Guardando indietro nel tempo, tra la fine degli anni '90 e gli inizi del terzo millennio, ripenso alle mie prime esperienze da formatore alle prese con la tecnologia applicata alla didattica e ricordo la mia resistenza ad accettare una formazione che allora mi sembrava non adeguata a trasferire conoscenze e soprattutto a sviluppare competenze. Quella nascente moda di realizzare la formazione "a distanza" mi appariva non efficace ai fini dello sviluppo delle persone e delle organizzazioni.
Sono passati quasi 15 anni e tutto sembra cambiato, siamo negli anni del digitale e pare che anche l'apprendimento sia diventato digitale.
L'epoca del digitale
Rispetto al passato cambiano i processi e assistiamo all'affermarsi di alcuni trend.
Formazione a distanza asincrona e sincrona vs tecnologie digitali
I Computer Based Training (CBT) e i Web Based Training (WBT), in cui sono inseriti kit di slide, esercitazioni, casi, letture e test, lasciano il passo a piattaforme di apprendimento, che non sono semplicemente Learning Management System (LMS) ma soprattutto sistemi di blended learning, che integrano formazione in presenza e corsi online fruiti su PC, tablet e cellulari, che permettono all'utente di accedere all'offerta formativa, senza scaricare software ad hoc, ovunque e in qualsiasi momento. Le parole chiave sono ubiquità, multimedialità e interoperabilità.
Apprendimento lineare vs apprendimento aumentato
I percorsi lineari delle unità didattiche, definiti a priori dall'esperto, mutano in percorsi "aumentati", in cui gli utenti sperimentano competenze, capacità, abilità, senza necessariamente seguire uno sviluppo rettilineo. La molteplicità di metodi e strumenti consente di comporre un collage di learning object. Le parole chiave sono interattività, esperienza ed apprendimento immersivo.
Formazione top-down vs apprendimento bottom-up e circolare
L'approccio top-down con cui gli "esperti" guidano l'apprendimento muta in un processo in cui sono gli utenti della formazione a svolgere un ruolo attivo nella progettazione ed produzione dei contenuti, senza intermediari e creando relazioni orizzontali, come avviene nelle community, nelle chat, nei wiki. Le parole chiave sono apprendimento circolare e in rete.
Standardizzazione vs personalizzazione
I percorsi formativi realizzati a tavolino da progettisti e docenti si trasformano in bitesizing learning, pillole di formazione fruibili dagli utenti in base al livello di conoscenza/competenza posseduto. Infatti, il livello delle conoscenze e competenze in ingresso degli utenti contribuisce a definire percorsi specialistici e personalizzati. Il corso standard uguale per numerosi destinatari si trasforma in molteplici corsi individuali. Le parole chiave sono modularità, personalizzazione e apprendimento adattivo.
Apprendimento in aula vs social e collaborative learning
L'apprendimento in aula così come quello in contesti esperienziali si arricchisce della dimensione social e collaborativa. La gestione dell'aula così e in generale la gestione dei processi di apprendimento passa dal docente, dall'esperto, dal coach agli utenti, che individualmente o in piccoli gruppi co-partecipano allo sviluppo di contenuti, alla trasmissione delle conoscenze, alla condivisione delle esperienze. Gli ambienti social e collaborativi integrano così la formazione "ad una via" grazie anche all'utilizzo di meccanismi e strumenti di gamification. Le parole chiave sono social learning, collaborative learning, gamification.
Questi trend sono emblematici della profonda trasformazione che sta avvenendo nei processi di apprendimento. La principale trasformazione riguarda, infatti, il processo più che le tecniche e le tecnologie. L'apprendimento avviene in una rete di relazioni in cui non c'è un soggetto esclusivo che indirizza e gestisce i flussi di conoscenza, ma diversi attori che interagiscono grazie anche alle tecnologie, che sono semplicemente uno strumento.
Il progetto EDU.Lazio
L'apprendimento digitale non è quindi una semplice moda ma una scelta strategica che coniuga innovazione nell'approccio, nel processo e negli strumenti.
Anche nel contesto della pubblica amministrazione in cui lavoro da alcuni anni si sta lavorando per garantire percorsi di aggiornamento e di formazione per tutti i dipendenti, nonostante la restrizione delle risorse, introducendo significative innovazioni.
Nel biennio 2015-2016 Asap – l'agenzia in house di Regione Lazio che ha come mission la formazione dei dipendenti –, ha realizzato, in stretta collaborazione con la Direzione Affari istituzionali, Risorse umane e Sistemi informativi, un piano di formazione che ha coinvolto attivamente i destinatari, grazie alla presenza di coach e facilitatori dell'apprendimento e valorizzando le esperienze e le competenze di individui e gruppi di lavoro.
Nel 2016 in continuità con questo processo basato sul prosuming (la stretta interazione tra chi produce e chi consuma, secondo la nota definizione di Toffler) sono state poste le basi per costruire un modello di formazione blended, che possa costituire un framework metodologico per progettisti, docenti, coordinatori e tutor. Il progetto EDU.Lazio – che prende il nome dalla piattaforma di e-learning della Regione Lazio, creata nel 2015 personalizzando Moodle, il noto sistema LCMS (Learning Content Management System) open source – ha la finalità di migliorare i processi formativi e sviluppare un nuovo modello di formazione che integri aula, nuove tecnologie e piattaforma Moodle.
L'individuazione di un framework – grazie alla collaborazione con Arcadia Consulting – supporterà tutte le figure coinvolte nel processo formativo, tramite l'utilizzo di strumenti quali app o programmi prevalentemente open source, e promuoverà l'utilizzo di metodologie collaborative e partecipative in presenza e a distanza, che coinvolgono attivamente gli individui nei processi di apprendimento.
La sfida è quindi aperta. Se da un lato continuano ad essere presenti resistenze alle tecnologie e gap tecnologico – degli utenti ma anche di alcuni operatori della formazione –, dall'altro assistiamo ad un proliferare di sperimentazioni molto innovative. Siamo sul crinale delle scelte, nella società, nella politica e nell'economia e anche nell'apprendimento. Dobbiamo scegliere se rimanere ancorati a modelli tradizionali e in alcuni casi vetusti, oppure costruire un modello innovativo di apprendimento, in cui si supera l'idea che le tecnologie siano ostili, con la consapevolezza che sono uno strumento a supporto del metodo e non sostitutive del metodo.
Le parole di José Saramago dovrebbero esserci di monito: "L'enorme carico di tradizioni, abitudini e costumi che occupa la maggior parte del nostro cervello zavorra impietosamente le idee più brillanti e innovative."
Bibliografia
Alvin Toffler, 1980, The Third Wave, Bantam Books.
José Saramago, 2010, L'uomo duplicato, Feltrinelli.