Ci ricorderemo del 2020 come dell’”anno del covid”, uno spartiacque nei nostri ricordi. Allo stesso modo dei nostri vecchi che dividono il tempo in prima e dopo la Guerra (inutile dire quale).
Adesso, però, viviamo “in diretta” la strana circostanza di stare in mezzo. In mezzo alla pandemia, al cambiamento dei costumi e del modo di vivere, all’innovazione. In questi mesi, notiamo, molti di noi si sono sentiti liberi di pensare e, soprattutto, di fare cose nuove. Senza che nessuno si mettesse in mezzo a dire “non è il momento”.
“Storie di apprendimento e innovazione nella pandemia” nasce dai lunghi mesi di riflessione della Redazione di Formazione & Cambiamento sui temi dell’apprendimento, sulla centralità delle persone e sull’innovazione metodologica e tecnologica.
Sono mesi in cui la Redazione non è stata ferma. Si è riunita più e più volte per discutere degli effetti della pandemia e riflettere su nuovi modi di (ri)pensare l’apprendimento. In coerenza con l’ultimo numero, dedicato alle Tesi sull’Apprendimento, vogliamo condividere l’idea di co-progettare la formazione e il sistema di formazione. E raccontare storie di cambiamento, comportamenti e azioni che affrontano la profonda trasformazione dell'organizzazione del lavoro, dei processi di apprendimento e della stessa vita di relazione.
Raccontare le buone pratiche che nascono da esperienze di apprendimento nella Scuola, nelle Imprese, nelle Associazioni, nel Terzo Settore, nella Pubblica Amministrazione e nella vita sociale del nostro Paese. Esperienze, nate da una crisi, che la trasformano in una opportunità di innovazione, ponendo al centro dell’esperienza dell’apprendimento l’attore stesso dell’apprendimento e utilizzando metodologie e tecnologie come strumenti di supporto.
In questi mesi è sembrato spesso che la tecnologia fosse la priorità e a volte che lo fosse la metodologia. Ma non è tutto, perché i processi di apprendimento efficaci sono quelli che mettono al centro il cittadino, l’alunno, il lavoratore. Se questo cambiamento del paradigma caratterizza le esperienze di chi si occupa di processi di apprendimento, c’è da aggiungere che la maggior parte dei casi di successo si basano su un percorso di sperimentazione avviato da tempo. Infatti, i casi che presentiamo non possono essere contestualizzati esclusivamente in questo specifico periodo storico, ma hanno le radici in altre esperienze già avviate o in un approccio all’apprendimento particolarmente innovativo. Chi era già sul crinale dell’innovazione ha beneficiato delle sperimentazioni avviate e ha potuto individuare con maggiore velocità e minore difficoltà esperienze di apprendimento virtuali contestuali al periodo storico che stiamo vivendo. Ora quindi il tema è: come far arrivare sul crinale dell'innovazione anche chi ne è lontano?
Se pensiamo al nostro passato molto è cambiato: nel 1800 in Inghilterra la formazione avveniva per corrispondenza, negli anni '60 del XX secolo radio, tv e vhs erano l’avanguardia dell’innovazione, per essere sostituiti subito dopo da audiocassette e CD. Dagli anni ‘70 la formazione è diventata la modalità strutturata per trasferire conoscenze e sviluppare competenze. In tutti i casi, però, avevamo a che fare con un modello top-down dell’apprendimento, in cui un esperto (o un committente) decideva mentre un alunno, un allievo, un partecipante fruiva di scelte di altri. Piano piano, abbiamo assistito a una modifica degli equilibri, un cambio di paradigma: il modello dell’apprendimento passava da un approccio top-down ad uno bottom-up
Poi è arrivato il digitale e abbiamo iniziato a pensare “digitale” anche l’apprendimento. Un digitale del basso: non più “esperti” che guidano l’apprendimento, ma utenti con un ruolo attivo nella progettazione e produzione dei contenuti, senza intermediari. Creando relazioni orizzontali, come nelle community, nelle chat, nei wiki, che diventavano modelli credibili di relazione.
La transizione - senza ritorno - al digitale e il complesso cambiamento vengono raccontati in questo numero con le esperienze dei nostri autori organizzate per ambito tematico: Società, Scuola, Pubblica Amministrazione, Imprese.
Una frase per tutte, tratta da uno degli articoli, ci racconta il cambiamento: “vorrei passare meno tempo a spiegare e interrogare, e più tempo ad ascoltarli” (Simone Vacatello). Questi giorni e questi articoli raccontano come il cambiamento da potenziale stia diventando sostanziale. Come questo “vorrei” si concretizza in mille progetti concreti, che sbriciolano resistenze antiche.
Le parole chiave di questo numero possono essere: apprendimento circolare e in rete, percorsi di apprendimento multi-utente, personalizzazione, apprendimento aumentato, social e collaborative learning, apprendimento live.
Vi auguriamo buona lettura con l'auspicio di aprire un dibattito costruttivo nella community dei professionisti dell'apprendimento.