Il Fondo Nuove Competenze 2024: come ci piacerebbe

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Siamo arrivati in questo ultimo scorcio del 2023 alla fase di gestione e, in molti casi, di chiusura dei progetti finanziati dal secondo sportello del Fondo Nuove Competenze aperto il 13 dicembre 2022. Molti progetti sono ancora in attesa di approvazione, perché quello che resta di ANPAL, agenzia in liquidazione, sembra essere in difficoltà nel gestire l’enorme volume di lavoro che deriva dalla contemporanea chiusura di progetti presentati per il Primo Sportello e della gestione di quelli presentati per il Secondo.

A parte le problematiche tecniche e logistiche contingenti, resta comunque una serie di osservazioni che possiamo già fare rispetto all’esperienza maturata finora e che speriamo siano utili per il Terzo Sportello FNC che molti danno in uscita per i primi mesi del 2024.

Ruolo dei Fondi Interprofessionali

Quest’anno la vera complicazione è stata co-presenza nel processo dei Fondi Interprofessionali. Questa è infatti è stata inserita in maniera potremmo dire “posticcia” sul processo originale del Primo Sportello, in modo, in teoria, da alleviare ANPAL da una serie di controlli in itinere e sui rendiconti che non era attrezzata per fare e, più nobilmente, per tentare di automatizzare un cofinanziamento per la parte di docenza che non è prevista nei contributi FNC che, come ricordiamo, riguardano esclusivamente il rimborso del costo del personale.

Tra i vari problemi che ha comportato questo inserimento un po’ forzato dei Fondi possiamo elencare:

  • scarsa disponibilità di contributi dati dai Fondi, perché li avevano già impegnati per il 2022, e poco restava da mettere sul piatto;
  • la notevole diversità di strumenti di finanziamento, diversi da Fondo a Fondo, per i progetti FNC (Avvisi, Conti Formativi, Conti di Rete);
  • il sommarsi ai processi FNC di altri processi molto più complessi quali sono quelli dei Fondi, come ad esempio la concertazione sindacale. Infatti, per FNC è sufficiente una firma dell’associazione datoriale di imprese (anche se spesso è complicato avere anche questa) ed una firma sindacale (RSA o sindacato territoriale di categoria). Per i Fondi le regole della concertazione però variano molto, considerando che la maggior parte vogliono la firma del datore di lavoro e tre firme sindacali. Risultato: sono servite cinque firme anche per piccoli interventi;
  • ogni domanda FNC è stata re-inserita sulle piattaforme dei singoli Fondi, con regole sull’articolazione dei percorsi, moduli etc. molto differenti sia con FNC sia tra Fondi, anche qui si è dovuto tenere conto di diversi vincoli dati dai due strumenti, quali ad esempio la gestione della FAD. In particolare, la FAD asincrona è accettata da ANPAL ma non da tutti i Fondi ed in eguale misura;
  • spesso poi questo “doppio lavoro” non ha portato a nulla, in quanto il Fondo aveva esaurito le risorse o non ha finanziato l’intervento perché inammissibile per le proprie regole, anche se perfettamente compatibile con quelle FNC;
  • molto spesso le comunicazioni tra Fondi e ANPAL, dalle quali dipendevano le sorti dei progetti, sono state lente e poco efficienti.

Gestione dei Progetti

Per quanto riguarda la gestione dei progetti approvati, questa risente del DNA della legge che è tratta da norme sulla cassa integrazione. Nella realtà oggi FNC si rivolge ad aziende completamente attive ed operative, non in stato di crisi. Quindi, tempi e regole devono tenerne conto.

Il Ministero stesso ha promesso che sarà oggetto di revisione la regola sull’ impossibilità di sostituire il lavoratore che inizialmente era stato indicato come allievo con un altro che lo possa sostituire (magari a seguito di licenziamento o malattia). Questo ce lo auguriamo proprio, essendo incompatibile con il turn over ormai sempre più diffuso in tante categorie, ma tipico di alcune di esse legate alla stagionalità come il turismo.

Anche la tempistica di 150 giorni, compreso rendiconto, è totalmente incompatibile con le attività delle imprese, specie nel caso di 200 ore ad allievo come consente il Secondo Sportello.

Ci auguriamo che si possa arrivare almeno a 180 giorni, molto più compatibili con i massimali orari previsti, esclusi i tempi di rendicontazione (almeno 30 giorni, c’è la tempistica dei consulenti del lavoro).

Cosa deve diventare FNC

Se FNC ha il merito di essere uno strumento per rimborsare il costo dei lavoratori in formazione, novità importante nella storia dei contributi pubblici per la formazione continua, allora deve essere coordinato meglio con i contributi per la parte di erogazione della formazione (docenze etc.) forniti da Fondi Interprofessionali.

Per questo la soluzione deve essere molto più integrata, altrimenti è meglio contare sulle risorse interne all’azienda (come si è fatto per il Primo Sportello).

Se si vuole venire incontro veramente alle imprese, bisogna garantire:

  • Un unico sportello telematico di accesso a tutti contributi sullo stesso progetto (o su piattaforma Ministero o sul sito del proprio Fondo).
  • Un bando unico per tutti i Fondi con le stesse regole.
  • Uniche regole per la concertazione, la gestione e la rendicontazione.
  • Maggiore spazio ai fabbisogni formativi su materie che non siano solamente la Digitalizzazione ed il “Green” (come già illustrato nell’articolo precedente “Green washing e digitale intransitivo”).

Come risolvere tecnicamente e normativamente questi problemi è in capo al Ministero, da parte nostra ci permettiamo di consigliare di rivedere e riprendere alcune esperienze fatte tra Fondi e Regioni, in cui ad es. veniva dato da parte della PA un contributo al Fondo che quest’ultimo era in grado di gestire assieme ai propri sui singoli progetti presentati. Questo ad es. potrebbe facilitare le cose anche nel caso i Fondi volessero applicare regole diverse, ognuno potrebbe fare il suo Avviso con le risorse FNC disponibili integrate con le proprie.

Resta il fatto che una policy strategica come FNC non dovrebbe riservare trattamenti (ovvero regole di accessibilità) troppo diversi tra le aziende sulla base del Fondo di appartenenza (o nessun Fondo, come peraltro è possibile) perché questo non è corretto anche e soprattutto nei confronti dei lavoratori che devono godere di pari opportunità nell’accesso alla formazione per le nuove competenze (messe in trasparenza o certificate).


Il comitato redazionale

Myriam Ines Giangiacomo

Domenico Lipari

Giusi Miccoli

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