4_figura 4_copertina libro Quaglino per recensione.jpgIl testo di Gian Piero Quaglino “Formazione. I metodi” del 2014 è un tentativo, ottimamente riuscito, di fare il punto sulle metodologie formative, presentando un ampio panorama di contributi su metodi vecchi e nuovi, tradizionali ed innovativi.

Per dimensioni e ampiezza dei temi trattati, il libro non è una di quelle letture che possono essere fatte in modo “verticale”, ma piuttosto un testo che permette al professionista o a chi fosse interessato alla formazione, di aprire delle finestre su singoli item.

Il lettore afferra, anche solo al primo sguardo, la ricchezza delle competenze professionali che possono appartenere ai “lavoratori” della formazione: per questo, si coglie, nell’intenzione dell’autore, anche una volontà di offrire al formatore, non solo una fotografia del vasto panorama metodologico, ma anche la possibilità di conoscere altri metodi, altre strade possibili, altre competenze, appunto.

Oltre a citare metodologie formative basate su tecnologie 1.0 (come ad esempio il cinema), sono interessanti i contributi che riguardano le nuove tecnologie (e Learning, Serious Game, Video Interattivo) poiché sembrano cogliere lo spirito di cambiamento, le tendenze evolutive, che il mondo della formazione sta vivendo.

Utile lo spunto che lo stesso autore offre, per facilitare la lettura e l’orientamento del lettore, all’interno del libro. I metodi infatti, possono essere raggruppati in 7 categorie: classici, centrati sul gruppo, centrati sulle competenze e sull’organizzazione, centrati sull’individuo, cetrati sulla “messa in scena”, centrati sulla tecnologia e centrati sulla persona. Questa proposta di categorizzazione è comunque una delle tante possibili, visto che l’architettura del testo si presta per una rilettura in termini pragmatici e non dogmatici.