"Tutti i contrari si trovano in me secondo qualche verso e per qualche occasione. Timido, insolente; casto, lussurioso; chiacchierone, taciturno; laborioso, indolente; ingegnoso, stupido… Chiunque si analizza molto attentamente trova in sé, e perfino nel suo stesso giudizio, questa volubilità e discordanza. Io non posso dire niente di me integralmente, semplicemente e solidamente, senza restrizione e senza mescolanza, né in una parola…Si trova tanta differenza in noi stessi quanta fra noi e gli altri". (M. de Montaigne, Saggi, Mondadori, Milano 1994, II, 1)
 
Per iniziare, voci dal condominio che mi abita
Fin dall'adolescenza ho cercato di creare coerenza in questo muoversi in me di tante voci che premevano verso opposte direzioni, pensando di essere in qualche modo “sbagliata”, non riuscendo ad esprimere un unico “io sono” adeguato al mio ideale. Il Voice Dialogue mi ha fatto riconoscere ed apprezzare il condominio di parti che mi abita, regalandomi uno strumento per ascoltarle, com-prenderle e dar loro cittadinanza.
Quando è arrivata la proposta di scrivere questo articolo una parte di me si è sentita lusingata, ma subito ne è comparsa un'altra, pronta a rifiutare paventando la fatica del riuscire a trovare adeguate forme e parole. Queste due voci contrastanti, hanno prodotto una risposta cauta: “ci provo, poi eventualmente dirotterò su altre persone più idonee di me”.
Ho iniziato più volte a dedicarmi al compito ed a turno ho ascoltato le diverse voci entrare in campo: l'Efficiente, che ha bisogno che io produca velocemente e finalizzi, mi suggeriva di lasciar perdere e dare priorità a cose più urgenti ed importanti; la Speciale, che desidera io scriva e faccia qualcosa di veramente originale, mi martellava col suo mantra “se ne hanno già scritto altri, che senso ha farlo”. il Critico secondo cui “ci sono persone che lo scriverebbero meglio di te” mi consigliava puntualmente di rinunciare; infine la Strategica insisteva che proseguissi: “ti servirebbe produrre qualche articolo per il cv e per i tuoi progetti futuri. Non puoi continuare ad ignorare come gira il mondo!”.
Son così passate settimane di documentazioni e letture senza produrre nulla, mentre l'Affidabile incalzava spazientita ricordandomi l'impegno preso.
Avvicinandosi la scadenza, mi sono finalmente fermata ad ascoltare il bisogno sottostante alle voci più frenanti e questo mi ha permesso di scegliere di fare una conversazione con Myriam per ridefinire il mio impegno. 
Ora queste parti tacciono e mentre inizio la “bozza” (parola scelta dalla Perfezionista che autorizzandomi a buttar giù di getto, ci tiene a ricordarmi che “è solo una prima stesura poi da modificare, limare, far leggere ad altri e ricorreggere", compare il mio sé Curioso: “dai vediamo cosa riuscirai a scrivere, magari ci divertiamo!'”.
 
La cornice di riferimento
Il Voice Dialogue nasce dall'esperienza umana e professionale della coppia di psicologi americani Hal e Sidra Stone. Negli anni '70 la loro ricerca li porta a creare un sistema di indagine psicologica duttile ed efficace che ha per cornice teorica la Psicologia dei Sé.
La Dinamica dei Sé, così rinominata in Italia (1), descrive l'”Io” come una realtà multiforme costituita da innumerevoli aspetti chiamati anche "voci", "sub personalità", "parti" o "modelli di energia". (2) 
Queste diverse parti, molte delle quali attinte da archetipi universali, vengono più o meno sviluppate dalla nascita, in adesione o reazione ad un dato contesto famigliare e ambientale, al fine di garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali di accettazione e riconoscimento. 
I sé primari o “dominanti”, formano il nucleo della personalità e sono alla base del nostro modo di operare nella vita. Creano regole e confini a protezione della nostra vulnerabilità, di quel bambino che una volta fu tale nella realtà ed ora continua ad esistere nella realtà interiore. 
Ai sé dominanti, si contrappongono quelli “rinnegati”, tutti gli aspetti considerati indesiderabili ed inadeguati che la nostra storia ci ha portati ad inibire e ricacciare nelle profondità inconsce, andando a formare ciò che Jung chiama Ombra. Il meccanismo del rinnego assorbe molta energia, richiedendo ai sé primari di tenere costantemente sotto controllo gli aspetti opposti e fintanto che siamo identificati nelle parti dominanti, il nostro agire è automatico, non possiamo fare altro che adottare determinati comportamenti senza piena libertà di scelta. 
Il Voice Dialogue mira a ricreare la nostra integrità, permettendoci di tornare ad attingere all'immenso serbatoio di energie di cui siamo portatori, per ritrovare salute e benessere. Non giudica o etichetta le varie parti, ma al contrario invita alla loro legittimazione. Conoscere ed “onorare” ogni nostro aspetto, permette un nuovo equilibrio interiore, dove ogni sé contribuisce con la sua energia alla completezza del sistema psichico. 
Il lavoro del Voice Dialogue è particolarmente ricco proprio perché permette di scoprire come sono reali e vitali i diversi sé, quante informazioni su diversi aspetti della nostra vita ci possono offrire e quale profondità e spessore ognuno di essi custodisca.
 
Il processo 
La facilitazione del Voice Dialogue offre un'esperienza di accesso diretto ai sé sia dominanti che rinnegati e, accompagnando un processo di “separazione”, permette l'emergere di un “centro” sempre più potenziato, consapevole delle parti di potere e delle parti vulnerabili, a contatto con entrambe. 
Il Voice Dialogue è una particolare tecnica di “intervista ai Sé” diretta a sviluppare un Io Cosciente (Ego consapevole) che, a differenza dell’Io Operativo (Ego operativo) coincidente con le parti diventate primarie, non è identificato con alcun Sé. Questa disidentificazione consente di attivare ed integrare aspetti opposti per uscire da una modalità reattiva di dualità, controllo e repressione e intraprendere azioni basate sulla completezza.
Il processo attraversa tre passaggi: l'esperienza diretta delle sub-personalità, l'osservazione a distanza attraverso quella che viene chiamata la Visione Lucida e, infine, l'attivazione della capacità di reale scelta attraverso l'Io Cosciente.
Al primo livello di esplorazione, i diversi aspetti implicati su un dato tema, sono invitati gradualmente a manifestare le proprie esigenze, in modo da acquisire consapevolezza della loro esistenza, riconoscerne le ragioni e trasformare potenziali ostacoli in risorse preziose alle quali attingere nelle varie circostanze della vita. 
Ogni parte può manifestarsi senza le interferenze delle altre e questo permette di scoprire e conoscere la sua storia, i motivi della sua affermazione o del mancato sviluppo, l'energia che porta (3). E' un'esperienza affascinante e talvolta impressionante, quella di un sé che esprime chiaramente il suo punto di vista unico, come fosse un individuo separato dentro di noi, con le proprie regole, la propria visione del mondo, propri desideri e un particolare sentire. 
Il metodo dell'intervista è accettante, rispettoso, non giudicante, mai orientato patologicamente. Indaga con interesse, attenzione e apertura a tutte le possibilità, senza alcun intento di uniformare la persona a norme precostituite o adattare i sé a categorie predeterminate. Lo sguardo è rivolto al positivo in tutti i sé, anche per aspetti della psiche che sono spesso visti con ripugnanza, paura o giudizio.
Il secondo livello di esplorazione nel Voice Dialogue, quello della Visione Lucida, prevede la possibilità di operare un distacco sia intellettuale che emotivo, attraverso lo stato del testimone. In questa fase il facilitatore accompagna a vedere da un nuovo punto di vista, da una posizione neutra, il proprio processo. La mente logica e lineare viene sospesa a favore di una semplice osservazione imparziale. 
Il terzo elemento del Voice Dialogue è il processo dell'Io Cosciente. Si manifesta quando riusciamo a vedere al di là della polarità degli opposti e ad apprezzare la qualità d'essenza di sé diversi o contrastanti. Con questa più chiara consapevolezza, cresce la capacità di stare nella tensione, di allontanarsi dall'autorità dei sé dominanti e di creare lo spazio che consente l'emergere di nuove possibilità. L'Io Cosciente è infatti in grado di percepire le distinte energie in gioco, le preoccupazioni dei sè primari e le istanze delle parti rinnegate, e può fare delle scelte differenti e ulteriori rispetto alle richieste dei due aspetti in polarità. Una scelta consapevole, qualsiasi essa sia, onora entrambi gli opposti senza necessariamente mettere armonia tra loro, poiché ci sono aspetti che probabilmente non possono essere riconciliati. 
La metafore forse più usata per l’Io Cosciente è quella del direttore d’orchestra che ha il compito di gestire l’intervento dei vari strumenti, modulando l’intensità e la qualità dei suoni: solo lui ha una panoramica completa dell’orchestra e può fare in modo che un insieme di suoni disparati o potenzialmente discordanti produca una sinfonia. 
 
Un approccio integrativo
Il Voice Dialogue si è sviluppato in tutto il mondo attraverso seminari e gruppi. Non è una disciplina psicologica separata, ma uno strumento, e può, pertanto, essere utilizzato individualmente per la propria crescita personale o professionalmente ad integrazione della psicoterapia, del counselling, del life e business coaching e della consulenza organizzativa. 
Per chi si trova in una fase di transizione, il metodo può aiutare ad uscire da vecchi schemi non più utili  ed aprire nuove possibilità: le decisioni diventano molto più facili quando si possono veramente onorare le diverse parti senza rimanere bloccati in un sistema di contrapposizioni. In generale, il Voice Dialogue è efficace per liberarsi dagli automatismi, ampliare le prospettive, fare scelte consapevoli ed è particolarmente indicato per chi si sente intrappolato, immobilizzato, diviso tra opposti, o è alla ricerca di equilibrio, integrità ed espressione creativa nella sua vita. Le persone che utilizzano questo metodo hanno più possibilità di accedere ai propri punti di forza interiori e una gamma più ampia di espressione di sé.
 
A concludere
Chi non conosce la sensazione di vivere una battaglia tra opposti apparentemente inconciliabili? La parte che vuole raggiungere un obiettivo contro la parte pigra; il bravo ragazzo contro il ribelle; la parte logica verso quella impulsiva; quella timida contro quella che vuole attirare l'attenzione? La nostra società riflette questo pensiero dicotomico proponendo innumerevoli divisioni tra destra e sinistra, maschile e femminile, introversione ed estroversione, intuitività e razionalità, chiedendoci di schierarci e identificarci in una di queste parti. Abbiamo imparato che alcuni aspetti sono da considerarsi positivi e altri negativi e il faticoso compito di sbarazzarci di quelli considerati inadeguati o sgraditi, ci porta a proiettarli fuori nel mondo, nei nostri rapporti più impegnativi, nei nostri “nemici”. 
Ogni qualvolta noi sentiamo giudizio verso qualcuno o qualcosa, siamo a contatto con un sé primario poiché i giudizi vengono dai sé, non dall’Ego Consapevole.
Imparare ad arrendersi ed accogliere tutti i sé comporta un lavoro costante con i nostri giudizi negativi nei confronti delle persone e delle cose, per aiutare l'Io Cosciente nella sua evoluzione verso la chiarezza. 
In un momento storico di sempre più forti polarizzazioni, più che mai il Voice Dialogue offre alternative percorribili: trasformare questa lotta in una consapevole accettazione di tutta la nostra umanità per svincolarci da vecchi schemi reattivi e diventare sempre più amorevoli nella relazione con noi stessi e gli altri. 
Sai Anna come mi piacerebbe davvero chiudere?”, la mia parte Grata, che sa apprezzare e riconoscere il valore delle persone e delle cose, si fa sentire, “nominando come riferimento autorevole chi ti ha permesso di conoscere ed apprezzare il dialogo delle voci”. Anche il sé Affidabile approva e si unisce alla proposta. Così concludo ricordando che in Italia il Dialogo delle Voci viene diffuso con dedizione e passione, dall'Associazione Voice Dialogue Italia e dalla Scuola di Counseling e Coaching InnerTeam, oltre a costituire materia di studio e di esperienza per gli studenti del corso di laurea in Psicologia e del Master in Comunicazione dell’Università di Siena. 
 
(1) Il riferimento è alla terminologia scelta dell'Associazione Voice Dialogue Italia 
(2) Il concetto di un psiche “politeista” non appartiene solo a questo modello ma è condiviso da molti approcci e scuole: la Junghiana, la Gestalt, la Psicosintesi, l'Analisi Transazionale. Anche il modello di auto-realizzazione di G.I. Gurdjieff e P.D.Ouspensky è basato sulla premessa che siamo composti da parti. Senza consapevolezza di questo, cambiamento e trasformazione sono ritenuti impossibili.
(3) Ogni sé infatti ha la sua particolare vibrazione. E' visto come una realtà bio-psichica, dotata di un particolare campo d'energia che è possibile riconoscere e gestire. Per approfondire il tema vedi anche il libro di Stamboliev in bibliografia. 
 
BIBLIOGRAFIA
Franca Errani, Il Caleidoscopio Interiore, InnerTeam Edizioni
John Kent, Il Caleidoscopio in azione, InnerTeam edizioni
Hal e Sidra Stone, Il Dialogo delle Voci, Edizioni Amrita 
Robert Stamboliev, Energetics, InnerTeam edizioni
Franca Errani, Le voci, i sè: falsi? autentici? la prospettiva del voice dialogue, articolo 2010 (http://www.voicedialogue.it/articoli/articoli-2011.html)