Una esperienza di formazione civica, culturale e professionale
Ogni anno, quasi 40 mila ragazzi e ragazze tra i 18 e i 28 anni partecipano ai progetti del Servizio Civile Nazionale (SCN), un programma di intervento pubblico che si propone di offrire ai giovani una esperienza di formazione civica, culturale e professionale. .
Dall’ultima Relazione al Parlamento del 2016 “sulla organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nazionale”, emerge che il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale ha speso poco più di 3 milioni di euro per la formazione di 33.532 volontari, pari a circa l’1,5% dell’intero budget statale per il SCN. In pratica 90 euro per ogni giovane che prende parte alla formazione generale, che ha una durata di circa 40 ore. Mentre per la formazione delle diverse figure professionali coinvolte a supporto dei progetti di servizio civile (diverse migliaia tra formatori dei volontari, selettori, esperti di monitoraggio, operatori locali di progetto, progettisti, ecc.) i fondi statali sono stati 208 mila euro a cui si sono aggiunti quelli stanziati da alcune delle Regioni e Provincie Autonome, pari a 236 mila euro.
Queste cifre danno una idea di quanto viene investito per la formazione dei giovani in servizio civile nell’ambito di una esperienza che dovrebbe accompagnare la loro crescita civica e culturale, ma soprattutto lavorativa, se si pensa all’alto tasso di disoccupazione giovanile.
Il servizio civile non è oggi considerato tra gli strumenti delle politiche attive per il lavoro, viste le sue origini legate alla obiezione di coscienza e alla difesa non violenta della Patria e, più di recente, anche allo sviluppo di pratiche di cittadinanza e di responsabilità civica. Negli ultimi anni però, proprio dal punto di vista occupazionale, su questa esperienza si sono concentrate le attenzioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Dapprima con il Programma europeo “Garanzia Giovani” che ha individuato nel servizio civile, almeno in Italia, un'importante misura per l’inserimento lavorativo dei NEET e, successivamente, con la riforma del Terzo Settore e del Servizio Civile Universale con la quale si è data una particolare importanza allo svolgimento di un tutoraggio finalizzato alla facilitazione dell'accesso al mercato del lavoro, al riconoscimento e alla valorizzazione delle competenze maturate dai giovani nel corso della loro partecipazione ai progetti di servizio civile, al riconoscimento di crediti formativi universitari, alla stipula di “convenzioni con associazioni di imprese private, con associazioni di rappresentanza delle cooperative e con altri enti senza finalità di lucro, al fine di favorire il collocamento nel mercato del lavoro dei giovani che hanno svolto il Servizio Civile Universale”.

Il servizio civile come strumento di politica attiva del lavoro
A fronte di questa nuova visione della partecipazione dei giovani al SCN, vi è tuttavia scarsità di risorse per formare sia gli operatori – nel gestire i processi di crescita umana e professionale dei volontari –, sia gli stessi giovani – a cui vengono destinate nel complesso quasi 120 ore di formazione, insieme a tanta pratica sul campo (circa 1.400 ore di impegno nei progetti annuali) –. Nonostante tale situazione di scarsità di risorse, alcune Regioni, secondo quanto riporta l’ultima Relazione al Parlamento, consapevoli delle responsabilità rispetto alla condizione dei giovani e della necessità di realizzare una proposta formativa rispondente al nuovo contesto economico e lavorativo, hanno provato a investire parte dei finanziamenti, sia statali che propri, nella formazione dei formatori attraverso un aggiornamento e un adeguamento delle loro conoscenze e competenze.
Un interessante esperimento di progettazione della formazione in questo campo si è svolto tra il 2015 e il 2017 nel Lazio, dove per iniziativa della agenzia della Regione Lazio ASAP (Agenzia per lo Sviluppo delle Amministrazione Pubbliche), che tra il 2007 e il 2017 ha operato a supporto dell’Ufficio regionale del servizio civile, ha preso forma una community di formatori provenienti da diversi enti di servizio civile accreditati all’Albo regionale. Attraverso questa community è stato possibile realizzare una attività di aggiornamento dei formatori, attività obbligatoria così come previsto dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, ma ricorrendo ad un approccio fondato su nuove metodologie di apprendimento degli adulti tra le quali il “cooperative learning” e la formazione esperienziale, con la finalità di condividere, armonizzare e ripensare metodi e strategie formative più in sintonia con le esigenze e le aspettative dei giovani.

Una community di formatori per una migliore qualità della offerta formativa
La community dei formatori della formazione generale dei volontari nel Lazio è costituita da circa 30 persone di più di 15 Enti di servizio civile attivi nella regione, enti che hanno deciso di collaborare per dare vita a un sistema omogeneo di formazione regionale. Nonostante il numero sia contenuto è importante sottolineare la creazione di un gruppo composito di cui fanno parte formatori e consulenti di diversa età, esperienza, provenienza, e soprattutto con approcci formativi specifici e molto differenti l'uno dall'altro.
Gli obiettivi che hanno guidato la costruzione della community dei formatori – promossa da ASAP e dall'Area Sussidiarietà Orizzontale, Terzo Settore e Sport di Regione Lazio  – riguardano la valorizzazione del patrimonio di esperienze presenti negli enti, la necessità di costruire un modello di formazione comune, l'esigenza di erogare percorsi per volontari ed operatori di enti con risorse scarse, il rilascio di materiali didattici condivisi e uniformi.
In questo contesto il ruolo di ASAP è stato quello di promuovere  un modello formativo basato sulla condivisione e sullo scambio di informazioni, mettendo a disposizione consulenti ed esperti e fornendo l’impianto organizzativo per animare e sostenere la rete e il continuo e pieno coinvolgimento di tutti i membri.
Il primo obiettivo della community è stato quello di non disperdere il patrimonio di esperienze e conoscenze maturato da decine di formatori accreditati, che dal 2001 sono impegnati nella formazione dei giovani sulla base di linee guida elaborate dall’Ufficio per il Servizio Civile Nazionale. In oltre 15 anni hanno avuto, infatti, poche occasioni di confronto e condivisione di idee e riflessioni su come adeguare negli anni metodi e contenuti in ragione dei cambiamenti intervenuti.
Secondo obiettivo della community è stato quello di garantire a tutti i volontari in servizio civile una formazione uniforme e completa, affinché potessero svolgere una esperienza consapevole e significativa ai fini di una loro crescita culturale, civica e lavorativa. Infatti, attraverso la community è stato possibile superare gli approcci e gli stili di docenza individuali per costruire un modello di formazione comune e omogeneo.
In terzo luogo, a causa della fragilità di enti di piccole dimensioni presenti al livello regionale – quali ad esempio associazioni di volontariato, cooperative, parrocchie, istituti religiosi, enti pubblici locali, fondazioni – spesso privi di risorse e professionalità si è voluto ridurre il rischio che una formazione adeguata non fosse accessibile a tutti . Tramite la community e la governance regionale è stato così possibile erogare percorsi formativi per i volontari e il personale degli enti, assicurando l'obbligo formativo e utilizzando un modello comune e condiviso di formazione.
Infine, il quarto obiettivo è stato quello di realizzare strumenti e materiali didattici da mettere a disposizione di tutti i formatori di servizio civile del Lazio per migliorare e potenziare le loro capacità di comunicare ai giovani i contenuti della formazione generale.

Una progettazione partecipata per valorizzare una pluralità di esperienze
La community dei formatori del Lazio è stata in questo quadro un vero e proprio laboratorio di progettazione partecipata che ha avuto alcuni importanti presupposti.
Il primo è stato di tipo motivazionale. I partecipanti erano mossi da un concreto interesse e da una passione che nascono dal senso di responsabilità che essi avvertono nei confronti dei ragazzi e delle ragazze che scelgono di fare un anno di servizio civile – mettendo tempo e impegno a supporto delle attività e dei servizi svolti da un ente pubblico o privato non profit.
Il secondo è stata l’esigenza di scambiare esperienze, proposte e anche dubbi sul senso e sulla efficacia dei programmi formativi che ogni anno vengono riproposti, spesso con automatismi e a volte nella indifferenza dei responsabili degli enti, per lo più pubblici, interessati in molti casi a un impiego pratico dei giovani nei servizi piuttosto che a sostenere un percorso di apprendimento.
Il terzo è stato quello di riflettere, a distanza di tanti anni, sul ruolo del formatore alla luce della evoluzione che il servizio civile ha avuto soprattutto in relazione al rapporto tra la proposta formativa e le aspettative dei giovani oggi.
Sulla base di questi presupposti è stato possibile dare vita a una community di formatori in cui si è potuto condividere le esperienze e formarsi attraverso una logica “peer to peer”.
Come tutte le progettazioni, anche questa ha avuto fasi, attività, strumenti e prodotti e, naturalmente, un gruppo di progetto originario che si è poi evoluto in un gruppo di facilitatori.
La prima fase può essere fatta risalire a una sessione di Lego Serious Play tenutasi nell’aprile del 2015 a cui il gruppo di progetto ha partecipato. Una giornata di lavoro che ha consentito con le metodologie tipiche del LSP di mettere a fuoco gli obiettivi e i differenti modelli verso cui avrebbe dovuto orientarsi l’intervento sul servizio civile regionale di una società come ASAP specializzata nei processi formativi. È in questa occasione che nasce l’idea di ampliare il numero degli attori di un progetto che doveva puntare a innovare metodi e approcci educativi e didattici, nel quadro di un programma di rilancio del servizio civile regionale teso a promuovere un più forte senso di appartenenza dei giovani ai valori e ai significati del servizio civile nazionale e nello stesso tempo a potenziare e valorizzare le loro capacità e competenze per misurarsi con le sfide della società e del lavoro.
La seconda fase è stata l’avvio di un ciclo di workshop con i formatori che avevano aderito alla community per avviare una ri-progettazione dei programmi formativi. I workshop hanno affrontato innanzi tutto gli aspetti teorici e metodologici dei modelli di formazione degli adulti, con particolare riferimento all’approccio andragogico, allo scopo di condividere metodi didattici e comunicativi fondati sui principi della assertività, dell’ascolto attivo, della cooperazione e della valorizzazione delle esperienze di ognuno. Il ciclo di workshop è poi proseguito con la progettazione dei moduli didattici in cui ognuno dei partecipanti ha simulato con i colleghi lezioni basate su una pluralità di metodologie e strumenti didattici sperimentati negli anni. Questo ha consentito anche una analisi e una valutazione della loro efficacia rispetto ai destinatari e agli obiettivi degli interventi formativi. Infine, attraverso i seminari si è giunti a una progettazione di fattibilità dei diversi moduli didattici contenuti nelle linee guida della formazione generale del SCN, individuando i concetti chiave e gli strumenti più idonei.
Oltre ai workshop periodici di confronto sulle pratiche formative utilizzate dai singoli formatori, la community ha potuto operare grazie alla piattaforma Yammer (un social network simile a Facebook, personalizzato dall’ASAP che ha consentito l’accesso ai soli formatori), le cui funzionalità hanno consentito sia di svolgere approfondimenti e discussioni su differenti aree tematiche, sia di produrre e condividere prodotti e materiali didattici per la conduzione e la gestione d’aula.
Il ricorso a questi due strumenti (workshop e Yammer) ha consentito un aggiornamento sulle più recenti innovazioni nel campo delle metodologie formative e un confronto sulle pratiche ed esperienze dei singoli formatori.

Una innovazione dei processi formativi “a cascata”
La terza fase ha rappresentato un ulteriore livello di innovazione nel sistema di formazione regionale in quanto, per la prima volta, la Regione ha sviluppato interventi formativi rivolti direttamente ai volontari, realizzando corsi integrati con persone provenienti da più progetti di uno stesso territorio, di enti differenti e operanti in più aree di attività tra quelle previste dal SCN (assistenza, ambiente, protezione civile, tutela dei beni culturali, promozione della cultura). Tutti i formatori della community hanno preso parte, alternandosi nei ruoli e nelle materie da trattare, a circa 20 corsi, assicurando la partecipazione a una formazione di qualità per quasi 350 di giovani provenienti dagli enti più piccoli che, a causa del numero esiguo di volontari presenti nei progetti (da 2 a 10), non avrebbero potuto offrire questa opportunità fatta anche di conoscenza, scambio e incontro con tanti altri giovani .
La quarta e ultima fase è stata quella in cui, sulla base della esperienza fatta anche sul campo, è stato realizzato – con il contributo di tutti i partecipanti alla community – un Manuale a uso di tutti i formatori. Il Manuale contiene materiali e strumenti didattici e metodologici utili a condurre lezioni e a gestire l’aula in modo non solo uniforme, ma soprattutto più rispondente ai fabbisogni di apprendimento dei giovani volontari del SCN. Sono state così predisposte decine di slide di base per presentare i contenuti dei moduli didattici, approntate oltre 20 esercitazioni per la gestione dei momenti più informali della didattica – con le istruzioni, i tempi, gli strumenti e la segnalazione del numero di persone idoneo –, realizzati schemi per la programmazione didattica delle lezioni.

La community, una risorsa per tutti
La community ha reso possibile quindi condividere, confrontarsi, apprendere e soprattutto creare un gruppo consolidato e costantemente aggiornato di formatori professionisti di riferimento per il territorio del Lazio ed in particolare per gli Enti di nuovo accreditamento e di piccole dimensioni.
Attraverso questo processo di innovazione si è cercato di superare la formazione tradizionale d’aula, realizzata con modalità classiche, per puntare su una formazione innovativa che utilizzi metodologie esperienziali, approcci collaborativi e strumenti digitali.
La community rappresenta oggi una importante risorsa per tutti gli enti regionali e non solo. Essa infatti è diventata un punto di riferimento per tanti formatori che grazie al lavoro svolto hanno la possibilità di attingere, a partire dal Manuale, ai materiali didattici, alle informazioni, alle conoscenze e alle esperienze condivise dai formatori per realizzare una formazione completa, efficace e pertinente rispetto alle finalità del Servizio Civile Nazionale.
La community è uno spazio aperto alle esperienze di tutti i formatori ed è la base per la creazione di un sistema regionale per la formazione generale dei volontari che può esercitare una importante funzione nella attuazione dei principi della riforma del Servizio Civile Universale e costituire un significativo contributo anche per il perseguimento delle finalità della nuova legge regionale del Lazio sul servizio civile.
 

Riferimenti bibliografici e normativi

Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, 2016 (http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/images/allegati/LineeguidaperformazionegiovaniSCN.pdf)
Decreto Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 di attuazione della riforma del Terzo Settore (Legge n. 106 del 2016) con l’istituzione del Servizio Civile Universale (http://www.serviziocivile.gov.it/menutop/normativa/decreto-legislativo/dlgs40_06032017/)
Legge Regionale n. 5 del 14 giugno 2017 di Istituzione del Servizio Civile Regionale (http://www.nonprofitonline.it/docs/normative/6574.pdf)
Piattaforma Yammer (https://www.yammer.com/?return_home=true)
Servizio Civile Regione Lazio (http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/)
Relazione al Parlamento sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile per l'anno 2016 (http://www.serviziocivile.gov.it/menutop/normativa/relazione-al-parlamento/relazioneparlamento2016/)