Prendersi responsabilmente a cuore il futuro dei giovani è un pensiero, da anni ricorrente, che mi spinge a fare scelte, cercare risposte coraggiose e appassionanti, portandomi a necessarie sintesi rispetto a modelli già conosciuti e a osare più ampie visioni per attivare nuovi sguardi.   


La storia ci soccorre rimettendoci in gioco

La Storia ci soccorre come una “safety car” lungo il percorso della nostra vita se la interpelliamo con rispetto e fiducia, sia dal punto di vista biografico che dal punto di vista antropologico.

Le condizioni di partenza, nell’esperienza che vorrei qui raccontare, non le conoscevo e non mi ponevano affatto in una posizione che favorisse il raggiungimento di un risultato onorabile.

Eletta Presidente del “Centro di Cultura e Studi G. Toniolo – Amici dell’Università Cattolica”, di Torino, inizio il mandato proprio a ridosso della più importante ricorrenza dell’Associazione.

È qui che ho sentito l’esigenza di recuperare vigore e tono rispetto a quanto previsto dall’incarico, e per maturare una pienezza ed una maggiore consapevolezza del ruolo, ho fatto appello alla storia affinché mi svelasse i profondi significati di un uomo che merita di essere appellato “beato”. Tutto ciò che “su di lui” sapevo, ed avevo acquisito sin qui, non mi bastava, non mi sembrava sufficiente. Ho così avviato un dialogo longitudinale e di recupero delle testimonianze riconducibili al Toniolo.

Percorso pieno di suggestioni e di incontri emozionanti, ma qui mi limiterò a fare una sintesi collegata al beato come uomo impegnato a vivere pienamente il suo tempo ed a lasciarne autentica testimonianza. 

Fu economista italiano di fama europea, fra gli iniziatori della moderna Dottrina Sociale della Chiesa, nel periodo di passaggio dal XIX al XX secolo. Giuseppe Toniolo, come uomo e come professore, seppe ‘interrogarsi’ di fronte agli eventi della sua generazione, da quelli economici a quelli sociali, seppe insieme ‘interrogare’ i suoi contemporanei e stimolare i suoi giovani studenti, chiamandoli alla serietà dello studio e all’azione di valore. Fu così precursore in tanti ambiti dell’agire sociale che ancora oggi riconosciamo la modernità e l’applicabilità delle sue iniziative.

La portata del suo pensiero e delle sue azioni offrono risposte ancora oggi, avendo già previsto gli inciampi della modernità, lasciandoci in eredità ipotesi alternative affinché non si precipiti in violente crisi economiche, finanziarie e dunque sociali.

È incredibile, inoltre, che un personaggio capace di coniare e avviare il pensiero della Dottrina Sociale non sia mai stato proposto e presentato da libri di testo scolastici, universitari e manageriali. La classe intellettuale e la società scientifica, in questo caso, mostrano di essere distratte o di essere poco libere?   

Di fronte allo scenario moderno nel quale ci siamo 'infilati' dovremmo conoscerlo e imitarlo di più nel porci con coraggio la domanda: “da dove dobbiamo ripartire?”

La risposta del beato sarebbe probabilmente questa: “ridando un’anima al vivere sociale!”.

Ecco il senso da dare alla Storia come safety car, ma sono gli adulti che dovrebbero attivarne questa funzione, ancorché non lo faccia una comunità scientifica.


La storia sono le scarpe dei giovani

Per celebrare il centenario della morte del Beato G. Toniolo (1918-2018), la ricorrenza più importante per l’Associazione, si è scelto di organizzare un’iniziativa dedicata alle nuove generazioni.

I giovani 'sacro deposito', così li definisce Giuseppe Toniolo, sono coloro che scriveranno il futuro. Dobbiamo ridare fiducia e spinta alle loro azioni, ai loro desideri, non trascurare le loro aspettative di vita migliore. Allora il patto generazionale si rafforzerà attraverso l’impegno a creare percorsi sostenibili, accompagnandoli su vie da percorrere, lastricate non di stenti, rattoppi e incertezze ma di valori, competenze e gioia nell’azione. Le loro scelte attuali, perché siano premessa coraggiosa per giocare la 'Partita del loro futuro', dovranno poggiare sui pilastri della lungimiranza, pilastri presenti anche nei principi della Dottrina Sociale: la dignità della persona, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà.

I giovani non devono bloccarsi e demotivarsi di fronte al 'rischio della libertà' ma:

- operare scelte di valore, quindi sostenibili;

- acquisire competenze evolute, quindi studiare;

- poggiare su comunità che li sostengano, quindi fare tesoro della storia;

- credere nell’avvenire, quindi desiderare, progettare ed innovare.

I giovani devono poter sperimentare avendo libertà di scelta, ma gli adulti devono sostenerli offrendo loro canali e strumenti per potersi esprimere, ripartendo dalla Storia e da tutti i suoi personaggi.

Per sostenerli bisogna stare in loro compagnia, percorrendo la strada con loro, mettendosi in paziente ascolto della loro versione dei fatti per aiutarli a riconoscere quanto stanno vivendo e poi 'calzare' i loro piedi per proteggerli da ferite profonde, inferte dalla strada rovinosa, non potendo ancora contare sui 'calli' che si formeranno soltanto con il passare del tempo.


Praticare l’ascolto durante il percorso

L’ascolto è un incontro di libertà che trasforma l’atteggiamento di chi lo pratica e di chi parla, creando sintonia e docilità. I giovani desiderano essere ascoltati e poter riconoscere che la loro voce abbia un eco anche in ambito sociale.

Spesso gridano perché non ci sono adulti in ascolto, mentre hanno la necessità di compiere scelte che orientano la loro esistenza, il loro viaggio; piuttosto arrivano loro risposte preconfezionate e ricette pronte.

Percorrere la strada con loro, rimanendo in ascolto, significa costruire uno scambio empatico: i giovani aiutano gli adulti a porsi domande inedite e a cogliere loro sensibilità inedite, gli adulti possono trasferire esperienze in modo fecondo, raggiungendo il cuore degli esploratori, indicando loro che la testimonianza va raccolta, approfondita e trasformata in scelte di vita.

La forza del viaggiare assieme rende le proposte più dinamiche, aiuta a considera con normalità i frequenti cambiamenti spazio-temporali dei giovani, propone rinnovamento degli stili facendo incontrare il fiume della vitalità giovanile.

Come e cosa proporre, allora, per poter incontrare tanti giovani ed aprire un confronto sul senso del futuro?


Dare voce ai giovani nei luoghi dei loro beniamini

Lo stadio, luogo spesso negato ai giovani a causa di fenomeni di violenza.

È possibile che un ascolto attivo si possa costruire rianimando quest’arena con contenuti opposti all’aggressività?

Questa idea si è fatta man mano strada nella sua praticabilità, parlandone con giovani incontrati in multiformi occasioni e lanciando loro la proposta. La risposta è sempre stata carica di entusiasmo, mai un’esitazione, piuttosto la reazione di vedersi già lì nel campo di gioco dei propri beniamini, via via evocati.

Le principali difficoltà sono arrivate dagli adulti, con inviti alla prudenza se non con veri scoraggiamenti rispetto ad un’idea mai praticata, fuori dalla tradizionale modalità di comunicazione della scuola e del mondo del lavoro: campus si, aule si, auditorium si, stadio no!


Prendere coraggio viaggiando con i giovani

Malgrado gli scoraggiamenti, la Storia insegna che bisogna prendere coraggio e non perdere di vista l’obiettivo dato. Il beato Toniolo avrebbe scelto il viaggio assieme ai giovani. 

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LA PARTITA DEL FUTURO, un evento unico sul territorio piemontese presso uno stadio altamente simbolico per gli appassionati di calcio, ovvero di tantissimi giovani: l’Allianz Stadium di Torino.

L’evento è la traduzione di tutto ciò.  Un incontro dedicato ai giovani in età scolare - provenienti dalle scuole superiori del 3°, 4° e 5° anno della Regione Piemonte - e universitaria.
Il target, pertanto, sollecita l’esigenza di utilizzare spazi, tempi, strumenti, linguaggi nuovi e capacità di ascolto tra generazioni. Ecco allora che vengono riproposti studio, arte, sport e impegno sociale in modalità dinamica presso una struttura a loro gradita: lo Stadio.

L’evento si è candidato a essere un ampissimo spazio dedicato ai progetti per i giovani e con i giovani, animato dalle loro esperienze.

Èstata successivamente significativa la vicinanza espressa da tanti enti ed organizzazioni che hanno inteso patrocinare l'evento, con la scommessa (riuscita) di portare 500 giovani allo stadio a conoscere altri loro coetanei che hanno intrapreso percorsi e progetti significativi per il loro futuro lavorativo, e disponibili a raccontarlo nell'arena sportiva.

I progetti selezionati, e poi presentati, sono stati 15, allo scopo di indicare possibili percorsi virtuosi attivabili attraverso alternanza scuola-lavoro, tirocini e stage, selezionati da una Commissione appositamente costituita dal Centro Toniolo, sulla base dei principi della Dottrina Sociale.

I focus più importantidell’iniziativa sono stati:

Evento pensato per gli studenti: che vogliano sentirsi in un mondo attivo, che pensa a loro e che parla il loro linguaggio, per farli sentire meno disorientati e mostrare loro le modalità per iniziare a progettare il proprio futuro.

Evento pensato per le scuole: che vogliono essere significativamente stimolanti nel percorso di crescita dei propri studenti, capaci di offrire orientamento reale e di favorire possibilità incisive e innovative con progetti di alternanza scuola-lavoro. 

Evento pensato per gli insegnanti: che vogliono avere aggiornamenti su progetti innovativi e canali differenziati di collegamento con il mercato del lavoro, attraverso un contatto diretto e il collegamento strategico con realtà significative del proprio territorio.

Evento pensato per il territorio: che esalta e mette in evidenza quante iniziative preziose e pregevoli sono già in pista e quante potenzialità si possono esprimere se una comunità si pone lo scopo di educare i propri cittadini del futuro.

Evento pensato per gli operatori economici: che non si sono potuti sottrarre ai loro impegni e alle loro responsabilità verso i giovani 'sacro deposito' di una sana società, quando si sono trovati di fronte all'energia di 500 concittadini emozionati dall'idea di scoprire il proprio futuro.

In sostanza i giovani hanno potuto conoscere e avvicinare esperienze uniche, attraverso la conoscenza diretta di progetti e storie già in azione: racconti, testimonianze, esperienze e percorsi 'incredibili', innovativi e a volte eccezionali, intrapresi da loro coetanei del territorio torinese, piemontese ed italiano.

Tutti gli incontri, favoriti dall’evento, hanno costituito anche l’opportunità di potersi candidare per un’esperienza di stage (rivolta agli universitari) o di alternanza scuola-lavoro (rivolta agli alunni delle scuole superiori), presso le organizzazioni/aziende patrocinanti, con il supporto del Centro G. Toniolo di Torino che ne ha facilitato l’attivazione.

Ai 500 giovani partecipanti, proprio per tale finalità, è stato chiesto di esprimere le loro preferenze rispetto ai 15 progetti presentati, attraverso un sistema di voto tramite il cellulare, attivando un Qr-code.

Gli studenti hanno ricevuto anche un orientamento agli studi in uscita, grazie alla presenza ed al patrocinio del Politecnico e dell’Università di Torino.                           


Energia pura irradia Torino

Il livello di sicurezza della struttura, garantita dall'abituale organizzazione dello stadio, ha permesso di accogliere i giovani, con la massima copertura operativa (spazio parcheggio dedicato, hostess per ricevere e accompagnare nel luogo dedicato all'evento, canalizzazione verso i gate per gruppi), tale da tranquillizzare gli istituti scolastici che hanno aderito al programma, gli accompagnatori, le famiglie e gli studenti stessi e per il migliore svolgimento dell'iniziativa.

Lo Stadio da luogo di pericolo è diventato luogo di vivace accoglienza.

Come poter raccontare la bellezza racchiusa nell’esperienza dell’evento?

Dare spazio e voce ai giovani, mettere loro un microfono in mano, amplificare la loro immagine attraverso i maxischermi di un campo di calcio, alla presenza di coetanei e di adulti accompagnatori, per un tempo non fugace senza essere schiacciati da presenze incombenti di 'guru', ma in modalità libera per essere davvero ascoltati e non apostrofati, ha permesso di sprigionare nell’aria tale e tanta energia da irradiare i cuori di tutti i presenti.

Molte le emozioni vissute e tante le esperienze condivise, con la vigorosa presenza di tutti i partecipanti.

I giovani hanno fame di futuro e desiderano dimostrarlo, sono pieni di energie e di idee da offrire a chi li sa e vuole ascoltare. Quanta inesauribile ricchezza e abbondanza se noi adulti non gliela soffochiamo.

Sanno pensare alternative di vita migliori a quella che gli stiamo consegnando, diamo loro fiducia e offriamoci come comunità capace di sostenerli in scelte di valore.

I giovani devono poter sperimentare avendo libertà di scelta e noi dovremmo metterci in paziente ascolto della loro versione dei fatti, per aiutarli a riconoscere quanto stanno vivendo.

 

Bibliografia:

Cinzia Rossi, a cura di, Orientamento. 1° Rapporto sul Mercato dell’Orientamento, Assoknowledge Confindustria 2010

Sorrentino D., Giuseppe Toniolo. Voglio farmi santo. Diario spirituale, Ave 2012

Cinzia Rossi, introduzione di, AIDP, Buon lavoro, Edizioni Grafiser 2017