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Il volume dei nostri tre autori nasce all’interno della ricerca incessante dettata dalla prospettiva psicosocioanalitica che l’associazione ARIELE (che ha il compito primario di sviluppare l’approccio psicosocioanalitico, originatosi al Tavistock nell’immediato secondo dopoguerra “portato in Italia” da Luigi Pagliarani) ormai da oltre un trentennio porta avanti con tenacia degna di ogni lode.

Le dense pagine che presentiamo sono un tentativo, a nostro parere riuscito e assolutamente lodevole di compiere un transito notevole di esplorazione teorica sorretta da dati di ricerca empirica nei tre ambiti (situemi) fondamentali dell’esperienza umana nella nostra contemporaneità, quella del soggetto in sé all’interno dello spazio intrapsichico, quella del soggetto a confronto quotidiano con le dinamiche relazionali nel lavoro e nell’organizzazione e quello del soggetto politico nel suo confronto come cittadino nel dibattito civile.

L’Altro è qui inteso come l’elemento originario che non può essere colto dalla mente nella sua immediatezza; percepito come unapresenza caotica, mancantedi senso e di significato, è privo di una formacompatibile con la realtà umana.W. Bion chiama elementi b, ciò che è generato come risonanzadall’urto con l’Altro inconoscibile, che lui chiama la Verità assoluta e la Realtà ultima (“O”) eche Lacan definisce come il Reale, distinguendolo dalla realtà che è il mondo in cui viviamo.

Gli elementibcreano un flusso caotico all’interno della menteproducendovortici che attingono al flusso, e allo stesso tempo se ne separano.Il vortice è una domanda aperta che,nel caos degli elementi, mantiene la sua autonomia, esso è allo stesso tempo instabile e persistente ed è una domanda aperta perché nel suo essere indefinito e avulso dal succedersi degli eventi non cessa di porsi come elemento originario fautore di sviluppi imprevedibili.

Il vortice, metafora di un contenitore sempre pronto ad accogliere l’imprevisto, distilla pensieri nella misura in cui, quel vorticare di elementi a stento trattenuti, è catturato dal ritmo imposto dai modi di elaborazione dell’esperienza, che sono secondo Ogden le tre modalità: Contiguo-autistica, schizo-paranoide e depressiva,attraverso il quale la mente modula, dandogli forma, l’intensità di ciò che ètrattenuto. La relazione tra i tre modi di elaborazione dell’esperienza è scandita da ritmi trasformativi che sono funzione dell’intensità dell’esperienza e del funzionamento autopoietico della mente.

La funzione alfa descritta da Bion è costituita dai fattori che abbiamo descritto: uno teso a trattenere le risonanze dell’Altro, il secondo a dargli forma, tutto ciò in una complementarietà per cui chi da forma contribuisce al contenimento e viceversa. L’esitosono gli elementia, che sono i pensieri che schiudono all’immaginario del sogno, dove si generano, in uno spazio aperto forme come eventi provvisti di senso.

Il soggetto emerge così sull’impulso generato da eventi immaginari, che sono la verità possibile del soggetto nella sua relazione con l’Altro sconosciuto, soggetto che si rivela pienamente quando è sospinto nel linguaggio da un’intensione significante dove costituisce incessantementese stesso e la realtà del mondo.