Il 2020 è un anno che ricorderemo per sempre: ogni giorno abbiamo dovuto imparare la flessibilità, la resilienza, la gestione dell’incertezza, e poi abbiamo dovuto velocemente acquisire competenze digitali e imparare a lavorare in un modo nuovo. 
Nelle aziende pubbliche e private si è dovuto intervenire sull'organizzazione del lavoro e sui relativi processi. Molti di noi si sono ritrovati nel giro di poche ore a lavorare da casa individualmente ma restando in connessione giorno dopo giorno, quasi senza soluzione di continuità, con colleghi, collaboratori, capi, clienti, utenti e fornitori. Lo Smart Working è diventato il principale modello di organizzazione del lavoro, anche se in realtà la modalità reale utilizzata è stata e tuttora è quella del remote working.
Nel contesto normativo emergenziale dettato dall’epidemia Covid-2019 lo Smart Working ha costituito e costituisce la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa per le pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di contenere il propagarsi dell’epidemia. Il cambio di passo per la PA è stato repentino ed epocale: i servizi resi “in presenza” sono stati ridotti al minimo e le attività sono state ripensate per renderle “da remoto” o come si dice sempre più spesso “smartizzabili”.
Il volume “Trasformazione digitale & Smart Working nella Pubblica amministrazione. Visioni e pratiche”, scritto da Alessandro Bacci (Direttore del personale e ICT della Regione Lazio e Responsabile della Transizione Digitale), Raphael Frieri (Direttore Generale della DG Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni della Regione Emilia-Romagna) e Stefania Sparaco (Responsabile delle attività di trasformazione digitale e organizzativa in Regione Emilia-Romagna) nasce in questi mesi di Pandemia con l’obiettivo di descrivere e spiegare come il lavoro pubblico si trasforma per legge ed entra, senza ulteriore indugio, in quello che si può chiamare “Total Smart Working” della PA.
Il progetto editoriale ha una importante base nel progetto VeLA (Veloce, Leggero e Agile) sostenuto dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, cofinanziato dai fondi strutturali dell’Unione Europea. Al Progetto hanno partecipano molteplici amministrazioni tra le quali la Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna, la Regione Veneto, la Regione Lazio. L’obiettivo del progetto avviato nel 2018 è stato quello di confrontarsi per individuare le opportunità dell’introduzione del lavoro agile per gli individui e per l’organizzazione. 
Gli autori illustrano come la trasformazione digitale costituisca oggi una delle leve principali di change management nella Pubblica Amministrazione: una grande occasione cui l’emergenza sanitaria ha dato ulteriore spinta. E lo Smart Working è una delle punte dell’iceberg della trasformazione digitale: ne rappresenta l’emblema poiché richiede contemporaneamente di agire in modo radicale su organizzazione, management e risorse umane, struttura di programmazione, infrastruttura tecnologica, logistica e spazi.
Il tentativo fatto durante l’emergenza Covid di sostenere il passaggio verso servizi full digital, comprese nuove forme di lavoro da remoto, ha dimostrato da un lato l’inevitabilità del cambiamento atteso e, dall’altro, l’urgenza di realizzarlo in modo rapido e diffuso, per creare le condizioni di resilienza nel contesto dei mutamenti sociali ed economici in corso, nonché partorire la Pubblica Amministrazione di “nuova generazione”.
Sono necessarie politiche del personale innovative che devono integrare le funzioni istituzionali di un'amministrazione regionale con una serie di politiche e strumenti che fanno leva sugli aspetti soft della gestione delle risorse umane, come la comunicazione interna e la formazione. Parallelamente il momento è propizio per introdurre nuovi modelli di organizzazione del lavoro e promuovere un nuovo uso del tempo, degli spazi e delle risorse strumentali, in ragione di un’organizzazione per obiettivi e risultati.
Per essere tale, infatti, la trasformazione digitale deve prevedere un ripensamento dei processi focalizzandosi su leadership, persone e competenze, dati e, in ultimo, tecnologia: in questo modo può crescere l’efficienza, ma soprattutto il valore creato per i “clienti” e gli stakeholder esterni all’organizzazione.
Il libro offre una prospettiva multidisciplinare sul tema, evidenziando prassi e norme della Pubblica Amministrazione italiana, proponendo soluzioni concrete basate sulle esperienze in corso (provenienti dal mondo pubblico e privato), sottolineandone le criticità e l’impatto potenziale, senza perdere di vista l’aspetto di vision e di realizzazione della nuova Pubblica Amministrazione, dal piccolo Comune alle grandi organizzazioni multidisciplinari.