*In “Formazione & Cambiamento”- Nuova serie, n. 12, 2018

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eTwinning significa “gemellaggio elettronico”. L’azione, nata nel 2005 per permettere a classi di scuole europee di entrare in contatto, con semplici scambi di materiale e corrispondenza, si è sviluppata molto rapidamente, diventando la più importante comunità per l’apprendimento in Europa. Dal 2007 al 2013 ha fatto parte del Programma per l’Apprendimento Permanente (LLP-Lifelong Learning Programme) come azione speciale di Comenius. Oggi è parte integrante del Programma Erasmus+.

eTwinningè una comunità di scuole, docenti e dirigenti che ha coinvolto, nei suoi 13 anni di vita, più di 600.000 insegnanti e quasi 200.000 scuole, distribuite nei 44 paesi partecipanti (36 europei e 8 extraeuropei). Più di 2 milioni di studenti hanno lavorato in questi anni a progetti di collaborazione e scambio con partner di altri paesi, producendo prodotti comuni, cooperando e confrontandosi, costruendo insieme percorsi didattici tramite la piattaforma digitale www.etwinning.net, disponibile in 29 lingue1[1]. Navigando nel portale eTwinning si può accedere a tutte le risorse pubbliche della comunità, capire come si può partecipare, leggere dettagli dei progetti sviluppati nelle scuole, scoprire i programmi di sviluppo professionale per gli insegnanti.

I docentiregistrati (gli eTwinners) hanno accesso a una piattaforma dedicata chiamata eTwinning live che rappresenta lo spazio social di ogni iscritto, attraverso il quale si può interagire con tutti gli altri eTwinners, partecipare a iniziative di formazione on line e in presenza, trovare partner per sviluppare progetti.

I progetti di collaborazione sono l’elemento costitutivo di eTwinning, la parte più impegnativa e challenging, il lavoro che occupa ore e ore del tempo di docenti e studenti. Ma è il lavoro sui progetti e per progetti che fa diventare la partecipazione a eTwinning un vero punto di svolta nella pratica didattica quotidiana e, ancora di più, nell’ impostazione pedagogica di ogni singolo docente, di ogni classe e anche delle scuole. eTwinning è apprendimento basato sui progetti, non un’attività secondaria rispetto al curriculum ma una pratica didattica fortemente innovativa, nella quale gli studenti sono protagonisti attivi: lavorano perché motivati, sviluppano competenze e imparano a usare le tecnologie in contesti reali. Lavoro cooperativo in classe.jpgOgni progetto in eTwinning ha a disposizione uno speciale spazio on line, il Twinspace, a cui possono accedere tutti i docenti e gli studenti partecipanti al progetto. Nel Twinspace si possono pubblicare pagine per scrivere in maniera collaborativa, si inseriscono materiali, si discute e si scambiano opinioni nei forum, si comunica in chat o in videoconferenza.

Un altro elemento importante per i docenti in eTwinning è costituito dalla possibilità di partecipare a un gruppo.I gruppi eTwinning sono una sorta di sale insegnanti, spazi virtuali dove i docenti, senza alunni, possono condividere idee, scambiare ed elaborare materiali comuni. Ci sono gruppi dedicati a varie materie o discipline, altri che lavorano su apprendimenti trasversali o strumenti digitali, altri che riuniscono eTwinners di una specifica area geografica o di una singola scuola. L’elemento che li accomuna è la partecipazione attiva degli utenti, che condividono buone pratiche e opportunità di sviluppo professionale, rimanendo connessi all’ampia comunità degli eTwinners. Nel gruppo italiano eTwinning e la realtà, ad esempio, molti insegnanti hanno collaborato e condiviso buone pratiche, pubblicando poi una decina di ebook su vari argomenti.

Entrare nel magico mondo di eTwinning

Il primo approccio ad una realtà di collaborazione on line così complessa e variegata può lasciare frastornati, ma l’esperienza diretta dei docenti e delle classi che lavorano in eTwinning racconta invece l’entusiasmo che viene dall’innovazione resa possibile.

Anche io ho iniziato a lavorare nei progetti europei nel 2000, quando il Programma Socrates permetteva di iniziare degli scambi tra docenti e semplici collaborazioni tra scuola. I moduli, compilati a mano e spediti per fax (!) erano complicati; lo scambio tra le classi poteva avvenire per lettere e disegni spediti per posta normale. Era l’inizio, ma era possibile aprire la scuola all’Europa.

Dopo aver coordinato alcuni progetti Comenius nella scuola IqbalMasih di Roma (istituto comprensivo ora orgogliosamente intitolato a Simonetta Salacone, la nostra amata direttrice didattica che incoraggiava sempre l’apertura della scuola al mondo) sono entrata nel magico mondo di eTwinning. Nella piattaforma ho preso i primi contatti con una maestra di Londra che insegnava italiano e, guarda un po’, sapeva anche chi fosseIqbalMasih: “Per una scuola come la mia- mi scriveva - con tanti bambini di origine pachistana, è bellissimo lavorare con una scuola intitolata al loro eroe”. Ci siamo capite al volo e aperto il progetto Friendship-Amicizia. Primi scambi di lettere tra i nostri alunni, foto, videoconferenze. Dopo un anno di bel lavoro comune, abbiamo deciso di allargare il progetto di scambio e collaborazione ad altre scuole e il progetto è diventato un Comenius, basato sul lavoro cooperativo a distanza, lo scambio tra classi gemellate e anche la visita reciproca di classi. Gli scambi di lettere, pacchi, disegni, materiale digitale (presentazioni, video, foto, quiz), le videoconferenze ci hanno accompagnato per tre anni fino a pianificare quella che sembrava una follia: il viaggio a Londra della classe quinta[2]. Il progetto è stato premiato con il Quality Label Europeo, il riconoscimento che viene assegnato a progetti che emergono per innovazione e qualità della collaborazione.

Progetti

Quel primo piccolo gemellaggio è stato l’avvio di una rivoluzione copernicana nella didattica delle classi dove insegnavo e anche di altre classi della scuola. Il progetto eTwinning di classe o di scuola è stato per molti anni l’asse intorno al quale far ruotare tutte le attività e le discipline. I bambini lavoravano in maniera sistematica per realizzare il proprio percorso di apprendimento, focalizzandosi su prodotti concreti, su comunicazioni con interlocutori reali, sull’imparare insieme. Per più anni tutta la scuola IqbalMasih ha collaborato a progetti eTwinning e Comenius articolati intorno al tema della città. Lavorando nei progetti i bambini e gli insegnanti si sono trovati coinvolti in una grande community for learning; esplorando, interagendo, lavorando insieme si è costruita una comunità per l’apprendimentoche ha man mano coinvolto classi, docenti, genitori e stakeholders (il municipio, il comune, il comitato genitori, le associazioni di quartiere, professori universitari).[3]

In tutto questo lavoro le tecnologie digitali sono state, come sempre in eTwinning, lo strumento principale per la creazione di contenuti, la comunicazione e la condivisione. I docenti della scuola IqbalMasih condividevano alcune posizioni di rifiuto verso “il computer”. Ma l’uso della piattaforma e di alcune applicazioni, apprese via via learning by doinginsieme agli alunni, hanno spazzato via alcune rigidità e permesso di sviluppare competenze immediatamente utilizzate nello sviluppo del lavoro. Si è creata naturalmente, intorno al lavoro per progetti, una pratica di formazione in servizio molto efficace, soprattutto non erogata; con un paio di colleghi un po’ più smart  abbiamo organizzato incontri di supporto (i caffè con eTwinning, con dolcetti e bevande calde  davanti ai pc del laboratorio, per imparare insieme a gestire gli strumenti digitali) e anche interventi, molto frequenti, di pronto soccorso informatico per risolvere i tanti problemi di password dimenticate, accessi non riusciti, spine staccate, stampanti in panne, Google che scompare, eccetera eccetera. Viaggio a Londra.jpg

Ambasciatrice eTwinning

 

Il modello del docente che supporta l’innovazione  dall’interno e crea la comunità si è delineato, a livello europeo, con la creazione della rete degli ambasciatorieTwinning. Dal 2009, in Italia, un centinaio di docenti esperti nei gemellaggi elettronici, selezionati a livello nazionale e formati con specifici corsi on line e in presenza, lavorano volontariamente per supportare l’Unità nazionale, in accordo con gli Uffici Scolastici Regionali, in attività di formazione e promozione dell’azione a livello locale. Dal 2010 sono anche io ambasciatrice eTwinning per la regione Lazio e mi occupo  di formazione on line, soprattutto da quando, nel 2016, sono stata assegnata alla scuola primaria italiana di Madrid e quindi posso lavorare poco in presenza con la rete degli eTwinners. Coordino anche, insieme ad altre due ambasciatrici, un gruppo promosso dal Servizio Centrale eTwinning di Bruxelles, chiamato “ Virgilio - youreTwinning guide” che serve per guidare, tramite attività, giochi, quiz, i primi passi nel bosco oscuro di una piattaforma ricca e complessa, che ha le sue difficoltà di approccio. Quasi 10.000 eTwinners sono membri di questo grande gruppo, tra i più attivi e conosciuti, anche se non semplice da gestire, proprio per l’inesperienza dei partecipanti. Quindi, se qualche insegnante (o dirigente, o bibliotecario) volesse iniziare a muovere i primi passi in eTwinning, la più grande e innovativa comunità di scuole europee, può trovare un aiuto nella guida del gruppo Virgilio.

Un’unica avvertenza: eTwinning dà dipendenza: una volta iniziato a lavorare in maniera innovativa con i  progetti europei non potrete tornare più indietro, l’entusiasmo è contagioso[4] Videoconferenza Madrid - Pontevedra - Steeton.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sitografia

Il portale pubblicoeTwinning, www.etwinning.net

Il sito eTwinning Italia, http://etwinning.indire.it/

La pagina di INDIRE dedicata alle pubblicazioni “ eTwinning e la realtà” http://etwinning.indire.it/arriva-un-nuovo-numero-di-etwinning-e-la-realta-tornano-gli-ebook-per-etwinners-realizzati-dagli-esperti



[1]Video in inglesesulla piattaforma etwinning https://youtu.be/xAK66ArJPiQ

[3]Margine Operativo,Documentario sul progetto Urban Kids Tribes https://youtu.be/Z3xrvP51His

[4]Paola Arduini, Cosa è eTwinning https://www.youtube.com/watch?v=G56Kf0qDhzs