Le tecnologie rappresentano un punto di svolta per la formazione, una vera e propria rivoluzione, soprattutto da un punto di vista comunicativo. Nei dieci anni di studi ed esperienze lavorative in questo campo, ho avuto modo di toccare con mano questi cambiamenti, osservando però che uno dei principali limiti dell'e-learning "classico" è da sempre la strutturazione fissa e non personalizzabile dei percorsi, che risultano spesso troppo noiosi e poco coinvolgenti.
Oggi viviamo, secondo Mc Luhan "centinaia di anni in una decade": le informazioni si moltiplicano esponenzialmente grazie alle tecnologie del web e ai sistemi di comunicazione che continuano a evolversi con i social network, il web 2.0, la realtà aumentata e l'intelligenza artificiale tra gli altri. Una disruptive innovation che continua a produrre notevoli cambiamenti nella vita di tutti noi, in ambito personale e professionale: anche i percorsi formativi devono adeguarsi fornendo la possibilità agli utenti di apprendere efficacemente e nel minor tempo possibile.

Personalizzazione e coinvolgimento
Nelle esperienze svolte negli anni, in contesti differenti e con destinatari di diversa tipologia ed età, ho sempre rilevato la mancanza di coinvolgimento dell'utente finale con l'impossibilità di intervenire sul proprio percorso formativo, non personalizzabile e troppo lineare. Per questo ho sempre tentato di introdurre, con le tecnologie, l'interattività nei percorsi formativi a distanza. Ad esempio con il progetto Videomotions, dove abbiamo cercato di creare percorsi interattivi personalizzabili, in grado di rispondere alle esigenze evidenziate anche attraverso l'uso di tecniche comunicative coinvolgenti e partecipative come lo storytelling.
A mio parere, sarà proprio l'integrazione di percorsi interattivi, personalizzabili e basati sullo storytelling l'elemento essenziale nella creazione di moduli formativi. Perché permette agli utenti di intervenire in prima persona anziché rimanere passivi di fronte a immagini e suoni sullo schermo. E perché compensa la mancanza della presenza umana, proiettando i discenti in scenari immersivi e più vicini al mondo reale. Le storie aiutano a coinvolgere gli utenti, utilizzando diverse tecniche e voci narrative e invitandoli ad esplorare, invece di sovraccaricarli con nozioni.
Penso ad ambienti flessibili e connessi, con funzionalità social e canali comunicativi integrati, che rendano l'e-learning un processo non confinato a un particolare ambito o a un particolare momento, ma un processo continuo, inserito nel nostro lavoro e nella nostra vita quotidiana.
Oggi è ancora difficile colmare tutti i gap dell'e-learning, perché servono tecnologie ancora costose e poco sviluppate, come l'intelligenza artificiale, che però è in rapido sviluppo e nei prossimi anni si avvicinerà molto alla formazione.

Intelligenza Artificiale e Internet of Things
Attualmente lavoro in Ntt Data, una multinazionale del settore IT, dove mi occupo oltre che di Consulenza di formazione, anche di attività di più ampio respiro, legate alla comunicazione.
L'azienda sta puntando molto sull'intelligenza artificiale e sugli oggetti connessi (IoT – Internet of Things) ottenendo ottimi risultati in diversi ambiti tra cui la medicina e l'assistenza, attraverso applicazioni e robot umanoidi "domestici". Con l'intelligenza artificiale è stata sviluppata una tecnologia innovativa che combina sensori, robot e cloud per risolvere, tra gli altri, problemi in ambito sociale. Le potenzialità dell'Internet of Things sono state sfruttate per trasferire conoscenze tra lavoratori (per esempio in ambito manifatturiero) attraverso il monitoraggio da remoto. Attraverso l'interazione immersiva è stato possibile creare un sistema di supporto remoto con gli smart glasses, permettendo di risolvere problemi in modo rapido ed efficace. Questi e altri esperimenti stanno diventando sempre più importanti all'interno del panorama in cui lavoro.
Sono evoluzioni che porteranno a ripensare gli ambienti educativi e gli approcci didattici in tutti i campi (scuola primaria e secondaria, università e formazione professionale), perché daranno sempre più spazio al discente, non solo come fruitore dei contenuti, ma come principale protagonista e creatore del proprio percorso di apprendimento.
In particolare, sarà interessante sfruttare le funzioni predittive dell'intelligenza artificiale per anticipare i bisogni degli utenti, anche quelli di tipo formativo, e rispondere in modo rapido ed efficace con percorsi personalizzati e più l'efficaci.
Perché innovare e sperimentare è il primo passo per scoprire (e creare) nuovi mondi.

Infografia
Joseph L. Bower, Clayton M. Christensen, 1995, "Disruptive Technologies: Catching the Wave", Harvard Business Review, gennaio-febbraio.
Cris Jennings, 2014, "Speaking Your Mind: Using elements of narrative storytelling in eLearning", eLearn magazine, aprile.
McLuhanism.
Gaetano Bruno Ronsivalle, Simona Carta, Chiara Sepede, 2011, "Informal learning and concept maps: a new  perspective for Instructional Design", McLuhan Galaxy Conference Understanding Media, Today.
Videomotions.