Mi sentite? Ti sentiamo!
Si vede il mio schermo? Sei freezato! È andato giù! No ci sono!
Quante volte nei training online organizzati durante l’emergenza sanitaria ci è capitato di ripetere queste frasi, quasi un rito di iniziazione alle call.
Eppure, nonostante le immancabili difficoltà, fa impressione pensare che il mondo intero sia rimasto (iper)connesso attraverso la Rete, e che questa abbia incredibilmente sostenuto quotidianemente i flussi dati e la capacità produttiva di noi tutti. Ma proprio tutti!
È da qui che farei iniziare la condivisione della mia storia di apprendimento. Dal mezzo, lo strumento a cui tutti siamo dovuti ripiegare, pur di mantenere la nostra operatività in un periodo di forzato isolamento.
Da qualche decade anche la formazione ha iniziato il proprio percorso di avvicinamento al digitale. Siamo partiti dai corsi frammentati in tanti floppy disk, poi li abbiamo incisi su CD e DVD ed infine abbiamo adottato piattaforme digitali di apprendimento (o Learning Management System).
Insomma, non è da oggi che la tecnologia è a supporto dei processi di apprendimento ed anzi, il mercato era già prospero di offerte ed il settore dell’elearning in costante crescita, prima dell’attuale emergenza sanitaria. Basti pensare alla quantità e varietà di corsi disponibili sul web, da Coursera a Linkedin Learning, da Udemy a Getsmarter, per non parlare dell’offerta on demand proposta dalle Business School verso post-graduate ed executives.
E quindi, cosa è cambiato? È cambiato il modo di vedere questo tipo di offerta. Non più un'opzione, ma una necessità. Non più un’occasione, ma una abitudine.
Dicevamo: “perchè mai rinunciare ad un corso in aula a vantaggio di un corso online?”
Diciamo: “perchè andare in aula se posso farlo online?”

Dall'aula all'online

Quando la formazione migra dall’aula verso l’online, resta comunque ferma e imprescindibile la necessità di focalizzare i nostri interventi formativi non solo sulla qualità del contenuto che vogliamo trasferire, ma soprattutto sull’experience del partecipante, garantendo ai nostri destinatari la fattiva possibilità di partecipare ai training, mantenendo la loro attiva partecipazione attraverso il coinvolgimento e l’interazione.

(L'immagine è tratta da:
https://universityinnovation.org/wiki/Priorities:IE_University_Student_Priorities
/ https://www.ie.edu/madeofchange/).

In tal senso, tanti sono i piccoli accorgimenti che possiamo adottare per migliorare la riuscita dei nostri live training online:

  • verifica dell’inquadratura, frontale e centrale, anche se utilizziamo la webcam del pc
  • punto di osservazione sulla camera e non sullo schermo, in modo da creare un contatto visivo con i nostri partecipanti da remoto
  • scelta della location e dello sfondo, soprattutto quando siamo in casa
  • verifica dei rumori di fondo, perchè anche il tintinnio del nostro cellulare è sempre in agguato
  • illuminazione (mai da dietro)
  • tono di voce narrativo e cadenzato (un test sul microfono è sempre raccomandabile)
  • abbigliamento, per risaltare rispetto allo sfondo
  • avere a portata di mano alcuni oggetti quali penna, blocco notes ed orologio, tante volte non potessimo usare i fogli elettronici ed il timing del nostro PC.

Ultimo punto, ma fondamentale, è la verifica che la banda internet sia disponibile ed il segnale wifi non sia debole.
Se abbiamo intenzione di presentare dei contenuti, meglio avere un secondo dispositivo connesso alla stessa live session. Il primo dispositivo, ad esempio il nostro personal computer, ci servirà per presentare i nostri files, mentre il secondo ci consentirà di monitorare chat ed alzata di mano, funzionalità disponibili negli strumenti di meeting che di solito risultano meno visibili quando si passa in modalità presentazione. In questo modo avremo la facoltà di dar seguito alle richieste o ai dubbi dei nostri partecipanti, similmente a quanto accade in una aula in presenza. Se durante la nostra presentazione vogliamo poter scrivere direttamente sui contenuti presentati e mostrarli real-time a tutti i partecipanti, il dispositivo utilizzato per condividere i nostri files deve necessariamente essere touch. Fortunatamente i repository in cloud ci vengono in soccorso e ci permettono di recuperare facilmente i nostri archivi di files da qualsiasi dispositivo web based, anche senza il supporto di chiavette ed hard-disk esterni.
Se il numero di destinatari dell’intervento formativo live è contenuto e vogliamo migliorare l’empatia con i nostri partecipanti è molto utile che tutti abbiano la propria camera attiva. Vedersi faciliterà l’interazione. Un breve giro di presentazioni consentirà di rompere il ghiaccio e far emergere, prima di iniziare, eventuali difficoltà da parte di qualcuno dei partecipanti a prendere la parola o ad usare il proprio microfono. Potrà comunque interagire attraverso la chat. Questo breve check migliorerà la riuscita del training prevenendo eventuali successive interruzioni legate alle difficoltà di intervento di costoro.
Mentre gli interventi in aula da parte di docenti e guest potevano anche essere lunghi e strutturati, a distanza è necessario siano più brevi e con frequenti momenti di attivazione dei partecipanti, recap o verifica di quanto trasferito.
Andare online non pregiudica la possibilità di erogare esercitazioni e workshop. Andranno, come sempre, progettati preventivamente definendo obiettivi e modalità. Potremo prevedere attività di gruppo, attraverso la creazione di live session dedicate, ed il passaggio del docente da una sessione all’altra consentirà di monitorare e supportare ciascun gruppo. La chat potrà rappresentare lo strumento di contatto attraverso cui interagire con tutti i nostri partecipanti e, una volta terminata l’attività di gruppo, ci si potrà ritrovare nella room principale per condividere i risultati raggiunti. Gli strumenti di file sharing in cloud consentiranno di collezionare gli elaborati prodotti, che potranno essere redatti attraverso il contributo congiunto e simultaneo di tutte le risorse afferenti a ciascun gruppo.
Laddove le condizioni lo consentano, è auspicabile sviluppare delle Web Simulation destinate al singolo partecipante o a gruppi di essi, che potranno sperimentare in un ambiente “protetto” le dinamiche relazionali, di business o di management progettate nel software. La possibilità di sperimentare tali dinamiche in gruppo permetterà di amplificare le caratteristiche interpersonali e le soft skill dei singoli anche in relazione al gruppo, nonchè al docente di poterne valutare le dinamiche. Qualsiasi simulazione che possa essere erogata in distance, potrà tanto più essere erogata in aula, con il vantaggio di garantire in entrambi i casi la memorizzazione e storicizzazione dei dati relativi alle diverse sessioni erogate. Inoltre, l’uso delle simulazioni permetterà ai partecipanti di cimentarsi ed esercitarsi anche a latere delle sessioni di live training previste dal docente, in momenti in cui il puntuale supporto del docente potrebbe anche non essere previsto. All’aumentare del numero di volte in cui la simulazione sarà utilizzata, aumenteranno le informazioni (anonime!) raccolte, a beneficio dell’analisi dei dati e della ricerca. Il beneficio di disporre di strumenti di simulazione web based da portare nelle nostre iniziative formative è elevato in quanto introducono interazione, coinvolgimento tra i partecipanti e didattica esperenziale. La possibilità di riuso, poi, consente anche al singolo partecipante di cimentarsi più volte con la medesima simulazione, specie se caratterizzata da scenari o bivi in quanto “giocate” diverse potrebbero portare a step e risultati ben diversi. Se ben progettata, la simulazione avrà alcune funzionalità di “configurazione” che, sapientemente gestite dal docente, permetteranno di modificare il comportamento della simulazione stessa con l’obiettivo di accentuare alcune caratteristiche o rendere più o meno complesse le scelte che ciascun partecipante dovrà affrontare durante la propria esperienza simulata. Di fatto, questa opzione consente di avere più simulazioni in una, semplicemente intervenendo su alcuni parametri di configurazione.
Oltre alla possibilità di variare la configurare della simulazione è molto importante disporre di funzionalità di reportistica che consentano al docente di visualizzare informazioni sia analitiche che aggregate su come ciascun partecipante o ciascun gruppo ha approcciato la propria esperienza formativa con la simulazione. Avere dei dati sulle scelte fatte, i tempi impiegati, gli eventuali ripensamenti, permetterà di personalizzare la fase di debrief ed aggiungere ulteriore valore all’esperienza formativa nel suo complesso, riprendendo la teoria per condividere le scelte corrette rispetto alle scelte adottate da ciascun partecipante.
Quindi il solo parametro utile per valutare la sostenibilità di uno sviluppo su misura di un software che simuli le dinamiche che vogliamo far sperimentare ai nostri partecipanti è il rapporto tra il costo da sostenere per svilupparlo rispetto al numero di riusi (inteso come il numero complessivo di partecipanti cui sarà destinato). Più il risultato di questo rapporto sarà basso, più sarà sostenibile. Poichè tutti i software sono soggetti ad obsolescenza, l’arco temporale in cui avranno luogo i riusi deve essere contenuto in un intervallo certo e definito. Difficile dare un numero senza sapere cosa si andrà a realizzare e con quale tecnologia, ma il numero tre è considerato un numero magico in molte culture, per cui mi sentirei di dire che ogni anno di erogazione di una simulazione dopo il terzo, senza che sia necessario apportare interventi manutentivi, è un anno guadagnato!

Non è più "futuro"

Riepilogando: poichè tutto il mondo si è indirizzato verso gli strumenti di meeting e di live session, qualsiasi docente o formatore non può più accontentarsi “solo” si erogare la propria attività formativa attraverso uno strumento di meeting. Ce ne sono diversi sul mercato e ciascun vendor ha investito ingenti fortune pur di migliorarne le funzionalità ed il posizionamento. Ciascun formatore scelga quello che meglio si adatta alla propria modalità di fare didattica, ma è molto importante conoscerlo a fondo. È utile fare delle prove, con pochi fedeli adepti, che possano restituirci un feedback sincero, sia tecnico (qualità audio/video) che sulla nostra capacità di stare davanti ad una videocamera, che sulla nostra capacità di coinvolgere. Sono disponibili molti tool, anche gratuiti che consentono di incrementare l’interazione con i nostri partecipanti e raccogliere feedback: dagli istant poll, ai questionari, agli assessment digitali. Opportunamente proposti ed intervallati alla presentazione dei nostri contenuti, possono migliorare (e di molto) la percezione lato partecipante del livello di qualità della formazione erogata.
Il progresso non si ferma, la tecnologia neanche. Per quanto non accessibile a tutti, sono già disponibili soluzioni multi screen e multi utente che permettono ad un docente durante un live training di attivare l’interazione con i partecipanti semplicemente “toccando” uno schermo (o una sua sezione). Nel contempo dati aggregati su test, poll e feedback consentono al docente di gestire real time mediante una unica soluzione l’interazione con i destinatari dell’intervento formativo. Nel mentre appaiono le misurazioni dei livelli di attenzione dei partecipanti (attraverso la face recognition). Pensate sia il futuro? Beh, qualcuno questo futuro lo sta già sperimentando...