Nel settore della formazione finanziata uno dei problemi più sentiti da tutti, specie dalle imprese, è la necessità di semplificare e rendere più efficiente ed efficace l’accesso al contributo per tutti quei fabbisogni immediati e ben definiti di formazione che normalmente si pongono nei processi lavorativi.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi gli strumenti messi a diposizione dai soggetti finanziatori (Fondi Interprofessionali, Regioni, Ministero del Lavoro, etc.) sono gli Avvisi, o comunque strumenti per i quali la “progettazione” ad hoc è obbligatoria e centrale anche per la valutazione delle richieste.
Bisogna dire però che in questo modo si “progetta” troppo perché in effetti la maggior parte dei fabbisogni formativi nelle imprese e nelle organizzazioni è costituta da competenze verticali, spesso aggiornamenti su varie tecnicalità, il cui fabbisogno è intrinseco al ruolo del lavoratore o, al più, alla normativa (es. corsi sulla sicurezza) ed alle varie compliances (es. HACCP).
Non c’è quindi molto da valutare in termini progettuali, anche perché si tratta spesso di corsi standard, con un programma già definito e delle competenze in uscita ben individuate.
Meno Avvisi, più Voucher
Quindi sarebbe bene lasciare la progettazione a interventi più strategici e strutturali, come lo sviluppo di competenze trasversali, di nuova cultura di impresa e di collaborazione, orientamento all’innovazione ed alla internazionalizzazione, magari in fasi di ristrutturazione e di particolare sviluppo delle organizzazioni. Insomma, meno Avvisi e più Voucher.
Il Voucher è infatti tra gli strumenti quello più flessibile ed efficace, specie per i fabbisogni formativi delle PMI, ma non solo. Si intende per Voucher formativo un finanziamento standard destinato a chi desidera frequentare un corso di formazione, ovvero un “buono” che può essere richiesto ad un Ente finanziatore (Regioni o Fondi Interprofessionali) una volta individuato il corso di interesse di solito all’interno di Cataloghi offerti da Enti di formazione, Scuole o Università.
Nel caso specifico dei Fondi Interprofessionali però abbiamo assistito dal 2015 ad un aumento della burocrazia imposta dal Ministero del Lavoro con la necessità di trasformare tutto quanto in “Avviso” (cioè di fatto in gara) secondo regole pesanti che costringono a trasformare in Piano o Progetto interventi che ben poco hanno di progettuale, quali sono i corsi dei quali si sa benissimo il perché si debbono fare (fabbisogno oggettivo) ed il chi li deve fare (cioè il profilo del lavoratore).
Nello scenario degli Avvisi però questi interventi, che non prevedono progettazione ad hoc, ma un semplice fabbisogno praticamente “oggettivo” hanno difficoltà a collocarsi perché troppo semplici rispetto alla progettazione richiesta, per questo motivo rischiano di avere una valutazione bassa in sede di graduatoria e numerosi problemi di tipo amministrativo visto che spesso sono forniti da Soggetti non accreditati di tipo “profit” e terzi rispetto agli enti accreditati. A titolo di esempio questo problema si riscontra con le Scuole private di lingua che quasi mai sono accreditate a Fondi o Regioni.
Riscontriamo comunque che molti Fondi ed alcune Regioni gestiscono degli Avvisi / Bandi specifici per i Voucher. Qui possiamo riscontrare due tipologie di impostazione: una che sostanzialmente tratta il Voucher come un mini progetto, con tanto di percorso di valutazione e di quantificazione in ore – allievo, ma che spesso prescinde dal richiedere un’attestazione di competenze particolarmente normata; l’altra è quella più aderente al vero spirito del Voucher, ovvero quella che punta al risultato ottenuto dall’allievo, ovvero le competenze acquisite, qualsiasi sia stato il percorso didattico e le ore necessarie. In questo ultimo caso non viene richiesto un mero attestato di presenza, ma un certificato delle competenze acquisite, emesso da un Soggetto (anche terzo rispetto al soggetto erogatore del corso) abilitato a certificare / mettere in trasparenza competenze a norma della legge 13/2013 e normative annesse.
Il problema però è il controllo da parte dell’Ente finanziatore (Regione o Fondo) sul fatto che la quantità di ore oggetto del contributo siano state fatte. Questo perché dal punto di vista burocratico è obbligatorio (e potremmo dire anche più facile) controllare che il corso si sia tenuto effettivamente, rispetto a valutare e testare le competenze effettivamente acquisite dall’allievo. Tuttavia, l’emissione di attestazioni di competenze riconosciute per Legge non dipende dalle presenze dell’allievo ma soprattutto dalla verifica di esame e questo consente quindi di legare l’erogazione del contributo non più alle ore effettuate ma alle competenze acquisite.
Qualcosa si muove
Comunque qualcosa si muove: nel Fondo Nuove Competenze, ad esempio, è obbligatoria l’attestazione / certificazione delle competenze, mentre è in corso di approvazione un Decreto-legge che coinvolge i Fondi Interprofessionali nel processo di certificazione.
Va detto però che alcuni Fondi approvano già da tempo dei Cataloghi, dove gli Enti in vario modo, anche con la certificazione di alcune Università, inseriscono dei corsi che si concludono con un Attestato di competenze che il Fondo considera sufficiente per finanziare il Voucher.
L’applicazione del Voucher ha molta importanza anche per quanto riguarda poi i corsi erogati tramite e-learning, dove ogni allievo potenzialmente può fruire della formazione in tempi e modalità differenti, tale certificazione delle competenze diventa la base del riconoscimento della spesa sostenuta a prescindere dal monte ore erogato, sempre molto difficile da comparare tra allievo ed allievo, viste le personali abilità di apprendimento e di interazione con i dispositivi multimediali.
È in corso quindi il superamento della valutazione ancora legata alla progettazione ed alle ore svolte dall’allievo, in favore di una certificazione valida a livello occupazionale. Speriamo quindi che si possa dare un vero impulso ai Voucher formativi che potrebbero rappresentare tranquillamente una percentuale significativa dei contributi erogati a livello nazionale per la formazione continua e professionale, lasciando il resto solo ad iniziative veramente strategiche per il cambiamento e l’innovazione.