Il ruolo delle Parti Sociali nella formazione continua

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Per formazione continua si intende quell’insieme di processi formativi che accompagna il cittadino per tutta la vita, che - per la maggior parte - si pensa essere una vita lavorativa. In pratica quando si parla di formazione continua, si parla di formazione di lavoratori normalmente occupati.

È ovvio quindi che le politiche di gestione e finanziamento della formazione continua coinvolgano, anche per legge, le Parti Sociali che rappresentano sia i datori di lavoro sia i lavoratori.

Infatti, per agire sull’aggiornamento professionale continuo richiesto dall’economia “della conoscenza” europea, entrambe le parti sono direttamente chiamate in causa, perché le imprese e i lavoratori devono investire tempo, risorse economiche e strumentali per mantenere l’aggiornamento professionale.

Questo principalmente con due obiettivi

  • far crescere le competenze interne all’azienda, aumentandone la competitività;
  • garantire al contempo ai lavoratori maggiore occupabilità in caso di perdita (più o meno involontaria) del posto di lavoro.


Non uno , ma 20

Ovviamente l’avvio dei Fondi Interprofessionali è uno dei più importanti riconoscimenti del ruolo delle Parti Sociali nelle politiche (e nei relativi contributi) per la formazione continua.

Dopo anni di dibattito intorno a un unico Fondo nazionale, nel 2000, con la Legge 388 è passata una visione più complessa, che non chiarisce le regole di misurazione della "maggiore rappresentanza" che rendono possibile al Ministero del Lavoro di riconoscere un Fondo Interprofessionale e fargli aprire un codice di versamento presso l’INPS per la quota dello 0,30% del monte retribuzioni (che viene scorporata a norma della legge 845/78).

In questi oltre 20 anni di attività dei Fondi (il primo, Fondimpresa, è del 2003), ne sono stati costituiti in tutto 23 (l’ultimo, ancora non operativo, è del gennaio 2024). Di questi, tre sono stati nel frattempo liquidati dal Ministero del Lavoro per mancanza di operatività. Altre tre riguardano esclusivamente i dirigenti.

Per impiegati, quadri e operai quindi la scelta è fra 17 Fondi. Nessuna norma infatti impone l’adesione a un certo fondo, né su base contrattuale, né per tipologia di impresa, settore o dimensioni.


Dai Fondi ai nuovi modelli di rappresntanza

Alcuni notano che fra le sigle che rappresentano le imprese e i lavoratori, alcune sono poco note  e che altre sono (o sono state, al momento della costituzione) assenti dal CNEL (Comitato Nazionale Economia e Lavoro). Infatti, in mancanza di una specifica legge, in Italia la presenza di un rappresentante del CNEL (su nomina del suo Presidente ) supplisce - più o meno - al concetto di “maggiore rappresentanza”.

Guardando alle parti sindacali che rappresentano i lavoratori, ci sono, rispetto ai 17 Fondi a loro dedicati, 11 Fondi in cui sono presenti CGIL, CISL e UIL confederali nazionali o loro categorie (Commercio e Servizi, Bancario, ecc.). In tutti gli altri di sindacato ce n'è uno solo: 2 Fondi con la UGL, 2 in cui è presente CONFSAL, 1 in cui è presente CIU e un'altro con la CISAL.

Le parti datoriali sono articolate, per lo più, secondo schemi contrattuali “storici”: Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, le Centrali Cooperative, le Centrali Artigiane, Confprofessioni, ABI, ANIA, ecc.

Tuttavia, la nascita dei Fondi Interprofessionali ha portato alla ribalta nuovi soggetti di rappresentanza datoriale, quali CIFA, Sistema Commercio Impresa, Federterziario, UNSIC, FENAPI, ANPIT. Queste associazioni hanno avuto particolari vantaggi associativi dalla costituzione del Fondo, perché lo stesso fondo costituisce un servizio molto importante per attrarre le aziende anche verso l’adesione e la fruizione dei propri servizi.

Tutto questo ha poco a che fare con la diffusione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) sottoscritti da queste Parti Sociali, coisa che ha aperto un dibattito abbastanza vivace sulla questione della rappresentanza, che si inserisce più in generale sulle polemiche relative ai CCNL definiti dalle Parti Sociali “storiche” come “contratti pirata” o peggio.


Una questione aperta tra rappresentatività e diritto a esistere

La questione, tuttavia, resta aperta dal punto vista normativo. Infatti, come anticipavo, non esiste ancora in Italia una vera legge sulla rappresentanza che si basi su dati oggettivi, come i registri ufficiali e riscontrati di tesserati e soci paganti (aziende o lavoratori che siano).

Per l’apertura dei Fondi, il Ministero si regola su criteri empirici e poco trasparenti, quali:

  • la firma da parte del soggetto candidato a partecipare al Fondo, di CCNL con altre Parti Sociali “maggiormente rappresentative”;
  • la presenza di sue sedi nella maggior parte delle Provincie italiane (più di 60 almeno);
  • i numeri di associati / tesserati indicati direttamente dal soggetto stesso, magari con controlli a campione.

Con questi criteri, non stupisce la proliferazione di Fondi alla quale abbiamo assistito in questi anni. Va anche detto che molti Fondi costituiti da Parti Sociali meno note, hanno raggiunto traguardi di adesione notevoli. E' uno di questi Fonarcom, il secondo Fondo per numero di lavoratori (fonte: Rapporto INAPP 2023) e anche altri simili non sono messi male. Sarebbe quindi abbastanza complesso e controverso accorgersi ora che questi Fondi sono da chiudere perché le loro Parti Sociali non sono "maggiormente rappresentative", come qualcuno ha chiesto negli anni scorsi.

Un fatto è sicuro: la nostra Costituzione riconosce la libertà di associazione anche sindacale.

E, se anche si potesse misurare in maniera oggettiva la rappresentatività delle Parti Sociali, questo non potrebbe in alcun modo ledere la loro possibilità di esistere, di fare accordi con altre Parti, di dare servizi ai propri associati o di candidarsi a gestire risorse pubbliche (come è lo 0,30%) che non hanno alcun vincolo contrattuale, al di là dei normali controlli giuslavoristici ed amministrativi dovuti da parte del Ministero del Lavoro.

Anche la proposta (che ogni tanto si ripresenta) di ricondurre obbligatoriamente i Fondi a una realtà contrattuale dovrebbe tener conto della consolidata complessità del quadro della Rappresentanza Sociale in Italia.

Questa complessità è lo specchio di una società e di una economia articolate e frammentate, che difficilmente si riconoscono nei canoni ottocenteschi a cui si rifanno le Parti Sociali “storiche”. Il tal senso se dovesse essere rivisto l’attuale “quasi mercato” ingenerato dai 20 Fondi attivi, se ne dovrebbe ripensare la struttura in funzione dei comparti o delle tipologie di impresa, dando però spazio a tutte le relative Parti Sociali di rappresentanza.

L’invito è quindi a prendere atto di una situazione in continua evoluzione, aprendo un dialogo tra tutte le Parti Sociali (vecchie e nuove) che porti ad una leale collaborazione sulle politiche attive per il lavoro strategiche per tutto il Paese, di cui la formazione continua è parte fondamentale.


I dati: Fonti interprofessionali, parti sociali, dimensioni


Fondo dipendenti

Parti Sociali costituenti

Anno

Imprese

Lavoratori

Fondimpresa

Confindustria /
Cgil, Cisl, Uil

2003

136.554

4.409.638

Fonarcom

Cifa /
Confsal

2007

146.247

1.153.493

For.te

Confcommercio, Confetra /
Cgil, Cisl, Uil

2004

  82.035

970.038

Formazienda

Sistema Commercio Impresa /
Confsal

2008

  79.727

665.940

Fondo artigianato
formazione

Confartigianato, Cna, Casartigiani,
Claai / Cgil, Cisl, Uil,

2004

  94.976

459.967

Fon.coop

A.G.C.I., Confcooperative,
Legacoop / Cgil, Cisl., Uil

2003

  12.183

447.627

Fonditalia

Federterziario /
UGL

2009

  56.692

359.737

Fon.ter

Confesercenti /
Cgil, Cisl, Uil

2004

  23.734

242.204

Fondo banche assicurazioni

Abi, Ania /
Cgil, Cisl, Uil

2006

936

240.326

Fondo formazione
Pmi

Confapi /
Cgil, Cisl, Uil

2004

  20.796

220.271

Fondo formazione
S.P.I.

Confservizi (Asstra-
Federambiente-Federutility) /
CGIL – CISL - UIL

2009

 4.046

163.495

Fondoprofessioni

Consilp, Confprofessioni,
Confedertecnica, Cipa /
Cgil, Cisl, Uil

2006

  34.951

136.785

Fondolavoro

UNSIC /
UGL

2013

  20.616

125.096

Fond.e.r.

Agidae /
Cgil, Cisl, Uil

2005

 8.121

115.531

Fondo conoscenza

FENAPI /
CIU

2015

  11.805

  91.760

For.agri (mancano
operai agricoli)

Confagricoltura, Coldiretti, CIA /
CGIL, CISL, UIL, Confederdia

2008

 3.293

  28.513

Totale



736.712

9.830.421


Fondo dirigenti

Parti Sociali costituenti

Anno

Imprese

Fondirigenti

Confindustria /
Federmanager

2003

  13.164

Fondir

Confcommercio, Abi, Ania, Confetra /
Fendac, Federdirigenticredito,
Sinfub, Fidia

2004

 4.005

Fondo Dirigenti PMI

Confapi /
Federmanager

2004

398

Totale



  17.567



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